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Il contenuto delle intercettazioni non potrà mai essere pubblicato fino all'udienza-filtro. Anche quelle trascritte nelle ordinanze di custodia cautelare. E' quanto stabilisce un emendamento presentato dal capogruppo del Pdl in Commissione Giustizia, Enrico Costa, al ddl intercettazioni. Si tratta dell'unico emendamento presentato dal Pdl, mentre da parte del Pd ne sono arrivati addirittura 400.
"Abbiamo deciso - spiega Enrico Costa - di recepire il ddl Mastella solo per quanto riguarda la possibilità di pubblicare il contenuto delle intercettazioni solo dopo che ci sia stata la cosiddetta 'udienza-filtro'. Solo dopo che si sarà stabilito quali siano gli ascolti rilevanti o meno, sarà possibile pubblicare il contenuto'. 'E questo - sottolinea Costa - varrà soprattutto per quelle trascritte nelle ordinanze di custodia cautelare. Anche per quelle si dovrà attendere il momento in cui il magistrato farà una selezione degli ascolti".
"L'emendamento depositato oggi - spiega Costa - costituisce una base di lavoro che speriamo possa contribuire all'allargamento, oltre ai confini della maggioranza, dell'area di consenso sul ddl". "Il nostro emendamento, infatti - prosegue il deputato del Pdl - costituisce un punto di mediazione tra coloro che avrebbero voluto una maggiore restrizione del termine di pubblicazione delle intercettazioni ritornando tout court al ddl Mastella, e coloro che, invece, vorrebbero approvare il testo uscito dalla commissione Giustizia di Montecitorio".
L'emendamento, infatti, ricorda Costa, 'riconosce il ruolo essenziale dell' 'udienza-filtro' come momento di selezione tra le intercettazioni utili per il processo e quelle irrilevanti e quindi private, da non diffondere. Questo obiettivo si può raggiungere solo evitando che prima dell' 'udienza-filtro' il testo delle intercettazioni venga veicolato sui giornali attraverso atti, come ad esempio l'ordinanza di custodia cautelare, emessi prima dell'udienza-filtro".