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“Tra i tantissimi lavoratori che ho incontrato in questi giorni in Piemonte e Liguria, operai, tecnici, ingegneri dei cantieri delle grandi opere, del Terzo Valico, delle concessionarie autostradali, dei cantieri cittadini di Genova, c’è grande preoccupazione per il proprio futuro”. Lo afferma il segretario generale della Fillea Cgil, Alessandro Genovesi, al termine della due giorni che lo ha visto impegnato, insieme al segretario confederale della Cgil Vincenzo Colla, in visita ai cantieri in Piemonte e Genova.
“La richiesta dei lavoratori - prosegue Genovesi - è la stessa che abbiamo rivolto da tempo al governo, e cioè che non si getti nella spazzatura ciò che di buono è stato fatto dal governo precedente, che non si fermi il programma infrastrutturale, che si proceda rapidamente all’avanzamento delle opere in corso e che non si riducano gli investimenti per il piano infrastrutturale e per la manutenzione e messa in sicurezza del territorio”.
Per il segretario Fillea “la priorità deve essere l’immediata ripartenza di Genova”. Per la ricostruzione del ponte “noi diciamo che la deve fare chi può assicurarla nel minore tempo possibile e qualsiasi discussione o contenzioso che la possa ritardare noi non lo condividiamo". Infine, sulle concessioni autostradali il leader degli edili Cgil ha ricordato che la revoca da parte del governo “solo nel tratto ligure cancellerebbe un migliaio di posti di lavoro” numero che salirebbe a “settemila in caso di revoca su tutto il territorio nazionale, perché a rischio sarebbero anche tutte le opere compensative” e per questo Genovesi lancia l’ennesimo invito al governo a “partecipare alla discussione sul futuro delle concessioni. Nel caso di una nazionalizzazione, chiederemo che tutti i lavoratori siano assunti senza soluzione di continuità dal soggetto pubblico.”
"Abbiamo voluto mettere in evidenza l'importanza delle infrastrutture nel Paese: sono queste che fanno le differenza, per restare competitivi e stare con forza dentro l'Europa". Così il segretario confederale Vincenzo Colla. "Le infrastrutture - ha proseguito - si fanno anche per definire il modello di sviluppo che avremo nel futuro. Faccio un esempio: fare il Terzo Valico significa anche coltivare il binario, ovvero uscire dall'idea che abbiamo un Paese 'gommacentrico' e con i motori a scoppio. La logistica - poi - è un settore che farà la differenza per creare occupazione".
Sugli appalti nelle infrastrutture serve controllo serio, ha aggiunto Colla. "Non ci possiamo permettere, a Genova, che la ricostruzione del Ponte non sia ancora condivisa, che ci sia uno scontro tra le parti che è inaccettabile. La filiera dei soldi pubblici va controllata attentamente: dopo 43 morti non si può tollerare un secondo schiaffo, ovvero lo spreco di soldi pubblici". Dopo la tragedia, a suo avviso, "Genova deve rappresentare l'unificazione del Paese, per una nuova idea di sviluppo, per ricostruire nuove filiere produttive in cui il porto genovese è indispensabile. Nel nostro sistema industriale i porti hanno sempre fatto la differenza - ricorda il segretario -, vedi Napoli e Gioia Tauro, deve essere così anche per Genova". Il Terzo Valico, in definitiva, "vuol dire mettere a punto una traiettoria che va fino Rotterdam: significa cioè coltivare un grande modello di sviluppo".