Dopo l’ennesima ‘due giorni’ di negoziato, si sono interrotte le trattative per il rinnovo del ccnl dei lavoratori dipendenti dell’industria alimentare, scaduto il 30 novembre 2019, che interessa oltre 400.000 lavoratori.
Ne danno notizia le segreterie nazionali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, che stigmatizzano il comportamento della controparte, Federalimentare, che in sei mesi di trattative non solo non ha dato risposte soddisfacenti alle richieste sindacali su salario e welfare, ma non ha neppure voluto affrontare adeguatamente temi, quali formazione, classificazione, comunità di sito, giovani e ricambio generazionale che, in un contratto di valenza quadriennale, dovrebbero avere grande importanza anche per il futuro delle imprese.
La delegazione trattante delle tre sigle ha già definito le prime iniziative di mobilitazione dei lavoratori, con il blocco degli straordinari e di tutte le flessibilità a partire da sabato 22 febbraio, assemblee in tutti i siti produttivi e tre attivi unitari interregionali (a Milano, Roma, Napoli) per il 2 marzo. Nei prossimi giorni saranno definite ulteriori azioni di lotta.