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L'accordo tra Whirlpool e Indesit non piace alla Fiom. Secono le notizie trapelate oggi, infatti, la multinazionale ha infatti acquisito azioni di Fineldo e Merloni in Indesit, diventando prima azionista di Indesit Company.
“Sono due aziende speculari, producono entrambe nel nostro Paese prodotti per un mercato gia' in crisi: il rischio di sovrapposizione è forte. Whirlpool si ritrova ora con 8 mila dipendenti e 3 mila 'colletti bianchi' che fanno elettrodomestici omologhi", ha affermato il segretario regionale della Fiom Cgil delle Marche Giuseppe Ciarrocchi.
L'operazione prevede la cessione della partecipazione di Fineldo in Indesit, e anche l'acquisto di azioni della famiglia Merloni pari al 60,4% del capitale (ossia il 66,8% dei diritti di voto) di Indesit Company. Il prezzo di acquisto è pari a 11 dollari per ogni azione di Indesit, per un prezzo totale di acquisto previsto pari a Euro 758 milioni di dollari. Per il resto delle azioni, la societa' Usa lancera' poi un'opa.
Il sindacato però manifesta preoccupazione. “Intanto - ricorda la Fiom - un anno fa avevamo ragione noi a sostenere che la famiglia Merloni stava vendendo Indesit, non cercando una partnership”. Poi, aggiunge, 'non lascia di certo tranquilli quanto ha detto oggi il presidente e chief executive di Whirlpool Jeff Fettig: gli americani puntano a creare valore per gli azionisti, vorremmo capire come questo obiettivo si tradurraà in termini industriali, e sul versante dell'occupazione e della valorizzazione del patrimonio creato da Indesit nel territorio”.
"Al ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi - conclude Ciarrocchi - chiediamo di convocare un incontro urgente con Indesit e Whirlpool. Servono trasparenza e garanzie sull'applicazione dell'accordo di dicembre, faremo tutte la battaglie necessarie per difendere i contenuti dell'accordo e i posti di lavoro. La cultura del capitalismo Usa non è la nostra, e il rischio che le strategie aziendali di Indesit è reale”.
"Alla luce di questo nuovo scenario, si corre seriamente il rischio che gli impegni industriali, finanziari e occupazionali, assunti dal Gruppo con l'accordo di riorganizzazione, vengano rimessi in discussione dalla nuova proprietà. È pertanto assolutamente necessario che il Governo, e in particolare il ministro dello Sviluppo economico, risponda immediatamente alla richiesta di incontro inviata unitariamente per il monitoraggio dell'accordo e convochi tutte le organizzazioni sindacali e le due aziende interessate per fare chiarezza sui possibili sviluppi di questa delicata questione, assumendo su di sé la responsabilità di neutralizzare qualsiasi conseguenza negativa di questa operazione sugli assetti industriali e occupazionali di entrambi i gruppi interessati", ha confermato Alessandro Pagano, della Fiom nazionale.