Si è interrotta la trattativa fra Indesit e sindacati. Fim, Fiom e Uilm hanno respinto la decisione dell'azienda di confermare la chiusura della fabbrica di None e hanno proclamato otto ore di sciopero con una manifestazione nazionale di gruppo a Fabriano, dove l'Indesit ha il cuore, entro i primi dieci giorni di giugno.

I posti di lavoro a rischio sono 400. "E' grave - commenta Alessandro Pagano della Fiom nazionale - l'atteggiamento dell'azienda che non ha portato nessuna novità rispetto alla decisione di delocalizzare e non ha fatto nessuna apertura. Su queste basi non siamo disposti a discutere. Se questo diventasse un modello sarebbe un viatico per espellere migliaia di lavoratori. Ci aspettiamo che cambino idee e programmi".

"La rottura delle trattative oggi tra i sindacati e l'azienda è una ulteriore brutta pagina per il futuro dello stabilimento dell'Indesit di None". Così il deputato del Pd, Giorgio Merlo secondo cui "non è tollerabile che l'unica proposta che l'azienda fa per None è la chiusura senza attenuanti dello stabilimento".

"Chiudere uno stabilimento con quasi 400 dipendenti per delocalizzarlo in Polonia per il divario del costo del lavoro fra i 2 Paesi è una tesi troppo semplicistica per annunciare una chiusura definitiva. Ora è il momento che anche il Governo batta un colpo', conclude Merlo.