Prende il via oggi negli stabilimenti Indesit italiani il referendum sull'ipotesi di accordo sul piano di ristrutturazione siglata il 3 dicembre scorso da Fim e Uilm con il no della Fiom. "Da questo pomeriggio a domani mattina - spiega Gianluca Ficco della Uilm nazionale, al termine dell'assemblea di Comunanza - si terranno le operazioni di voto, adattate agli orari e ai turni di lavoro dei diversi siti. Domani pomeriggio avverrà lo spoglio. Attendiamo con fiducia il responso dei lavoratori". "Si e' riusciti a dibattere animatamente, e, al di la' di qualche episodio isolato, in modo costruttivo e nel fondamentale rispetto reciproco. Credo si tratti di una buona prova di democrazia sindacale - conclude - poiché l'essenza della democrazia, anche nelle fabbriche, deve essere il rispetto reciproco ed il corretto confronto con chi la pensa diversamente da noi".
Affermano in una nota la Cgil e la Fiom di Ancona: "L’ipotesi di accordo sottoscritto al ministero dello Sviluppo economico il 3 dicembre 2013 tra Indesit, Fim, Uilm, Governo e Regioni Marche e Campania, prevede il trasferimento degli impianti e delle produzioni del lavaggio dallo stabilimento di Caserta in Turchia e lo spostamento dei piani cottura da Fabriano a Caserta mettendo a rischio il futuro degli stabilimenti in Italia. In questa intesa non c’è alcuna logica industriale. Il Governo (in maniera anche inedita) non impedisce la delocalizzazione dei prodotti fatti nel nostro paese nonostante l’utilizzo di contratti di sviluppo finanziati dalla collettività". Con questa intesa, sostanzialmente, "si garantisce alla famiglia Merloni, azionista di maggioranza, la possibilità di poter realizzare in tempi brevi e alle migliori condizioni la vendita di uno dei più grandi gruppi industriali Italiani, la Indesit, senza conoscere quali sono i gruppi industriali interessati al mercato e al marchio Indesit e senza sapere se questi gruppi sono interessati ad acquisire anche gli stabilimenti Italiani, gli impianti ed i lavoratori".
"Dopo 7 mesi di trattativa e oltre 100 ore di sciopero(decise unitariamente)si chiede alle Lavoratrici e Lavoratori di approvare un piano industriale che: non garantisce volumi determinanti per il futuro degli impianti ed il lavoro per tutti i lavoratori; accetta la delocalizzazione delle produzioni mettendo a rischio il futuro degli stabilimenti Indesit di Fabriano,in particolare per il sito di Melano; si toglie il montaggio dei 400000 piani cottura e si portano alcune migliaia di piccoli forni a incasso, una produzione assolutamente marginale che Indesit fino a oggi ha comprato da Fagor in Spagna; Decreterebbe la chiusura di un terzista a Fossato di Vico che assembla 300000 piani cottura".
"Gli esuberi determinati da queste scelte rimangono un’incognita che l’accordo non affronta se non con un impegno dell’Azienda a ricorrere agli ammortizzatori sociali e,se la normativa attuale non verrà cambiata,a non avviare procedure di mobilità. Per queste ragioni Cgil e Fiom Ancona ritengono necessaria la riapertura di un confronto per raggiungere un accordo che garantisca il futuro dei lavoratori e degli stabilimenti Fabrianesi ed invitano le lavoratrici ed i lavoratori della Indesit a respingere l’imposizione di questo piano industriale per riaprire il confronto al fine di realizzare un’intesa in grado di dare ai lavoratori garanzie vere".
Indesit, al via referendum su ipotesi accordo
L'intesa sul piano di ristrutturazione è stata siglata lo scorso 3 dicembre da Fim e Uilm con il no della Fiom
9 dicembre 2013 • 00:00