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Anno bisesto anno funesto, dice un detto popolare. Maria Grazia Gabrielli, segretario generale della Filcams Cgil, il 2016 che anno è stato per le lavoratrici e i lavoratori del vostro settore?
Per utilizzare una locuzione forse un po’ abusata quando si fanno i bilanci di fine anno posso definire il 2016 un anno intenso. È stato un anno che ha visto instabilità e incertezze sul fronte del lavoro: ancora troppe le crisi aziendali, la messa in discussione del posto di lavoro, gli abusi da contrastare, le forme di precarietà e di sfruttamento. Le nostre battaglie quotidiane sono state rivolte a difendere la continuità del lavoro in un cambio appalto, a contrastare la disdetta di un contratto integrativo, a difendere e ricercare soluzioni per mantenere l’occupazione difronte ad un esubero o una terziarizzazione dell’attività. E potremmo continuare con tante piccole e grandi vertenze che hanno coinvolto la vita di tante persone, giovani e meno giovani. Un’azione che dobbiamo considerare sicuramente di difesa ma senza mai perdere il filo delle nostre più generali rivendicazioni e degli obiettivi della Filcams: sperimentare nuove soluzioni, includere chi ancora oggi è escluso da una rete di protezione di diritti e tutele, migliorare le condizioni di lavoro.
È stato poi un 2016 molto concentrato sui contratti nazionali.
Sì, abbiamo ottenuto alcuni importanti risultati per i lavoratori, raggiunti con l’accordo del terziario di Confesercenti e poi con il contratto nazionale del turismo siglato con Confindustria. Risultati che convivono con le difficoltà ancora presenti su altri tavoli contrattuali. Un anno che dimostra ancora, per chi continua a pensare che il problema non c’è o ne sminuisce la portata, che il lavoro è il grande tema del paese e delle persone. Le mobilitazioni, gli scioperi, le discussione nei tanti e diversi luoghi di lavoro stanno li a dimostrarlo.
Contrattazione, la parola chiave dell’azione sindacale. Il rinnovo del contratto nazionale del turismo con Confindustria, la sigla dei contratti integrativi aziendali Conbipel, Bingo, Canon, negli ultimi mesi, timidi segnali di attenzione da parte delle imprese alla necessità di definire con le organizzazioni sindacali un sistema di regole che tuteli le condizioni di lavoro. Possiamo sperare nell’inizio di un nuovo percorso della contrattazione?
Questo 2016 si conclude con tante vertenze aperte ancora sui contratti nazionali. Insieme alle lavoratori e ai lavoratori abbiamo però condiviso e risposto agli attacchi di destrutturazione, alle spinte “al ribasso” sui diritti e le tutele. Lo abbiamo fatto anche con le importanti mobilitazioni che si sono susseguite e che hanno portato all’esterno le condizioni e le vite di tanti lavoratori in settori spesso considerati “invisibili”. In questo quadro si sono prodotti anche importanti risultati. Il contratto nazionale Confindustria, raggiunto a novembre, ha fornito le giuste risposte ai lavoratori che da 42 mesi chiedevano un rinnovo contrattuale e soprattutto, questo risultato ha consentito di inserire un ulteriore argine alla difficoltà dei rinnovi contrattuali stessi. Segnale importante e di concretezza arriva anche dal rinnovo e dalla costituzione di accordi aziendali. Al livello nazionale e nei territori sono stati in realtà diversi gli accordi sottoscritti nel 2016 e, il frutto del lavoro sindacale, delle delegate e dei delegati, non può che essere considerato positivamente. Combattiamo però ancora con una resistenza da parte delle imprese e delle associazioni datoriali a voler sviluppare un confronto sulla contrattazione aziendale e territoriale depotenziando nei fatti il modello bastato su due livelli cioè quello del contratto nazionale e della contrattazione di secondo livello.Pur guadagnando terreno in questa direzione con una azione sindacale costante, i lavoratori coperti da contratti aziendali e territoriali sono ancora residuali. Una condizione che fa perdere la possibilità di ragionare di organizzazione, di produttività e di nuove opportunità legate anche al welfare. È una strada ancora da percorrere ma gli accordi sottoscritti dimostrano che si può fare.
Il 2017 eredita dall’anno precedente tanti tavoli negoziali aperti, contratti nazionale non rinnovati. Quali sono le priorità della Filcams?
La priorità resta quella di definire i rinnovi contrattuali e consegnare il giusto risultato alle lavoratrici e ai lavoratori. Dal multiservizi alle mense, dalla grande distribuzione, alla distribuzione di consumo alla vigilanza e nelle altre trattative che si apriranno, abbiamo necessità di confermare una linea che è quella di garantire una risposta salariale dignitosa e mantenere l’architettura di diritti e tutele che ancora le controparti vorrebbero provare a ridiscutere. Non trascurando che, la nostra azione contrattuale, continua a porre il grande tema di migliorare le condizioni di lavoro, a partire dagli appalti, e di includere in forme di tutela certe quei lavoratori che oggi ne sono esclusi. Un obiettivo vissuto dalle controparti solo come un costo mentre restiamo convinti che dare risposte in questa direzione potrebbe dare effetti positivi anche sulla produttività, che è uno dei problemi che attraversano il paese e le aziende. In tal senso anche il 2017 sarà un anno impegnativo ma è imprescindibile stabilizzare questa lunga e anomala stagione contrattuale che si è aperta nel 2014 e che rischia di rendere difficile il recupero del tempo, che determina un effetto sempre più insostenibile di dumping nel mercato e tra lavoratori coperti da un rinnovo e chi ne è ancora escluso indebolendo progressivamente lo stesso ruolo del contratto nazionale.
Quali progetti ed iniziative sono in programma per il nuovo anno?
Nel 2016 abbiamo lavorato con tenacia e passione alla raccolta di firme per la proposta di legge del nuovo Statuto delle lavoratrici e dei lavoratori e per i tre referendum volti a chiedere l’abolizione dei voucher, per ripristinare la clausola sociale nei cambi di appalto, per la reintegra nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo. Un percorso importante che continueremo nel 2017 coinvolgendo le delegate e delegati, le lavoratrici e i lavoratori. Ci stiamo preparando ad una campagna elettorale sui nostri referendum e per chiedere che la proposta di legge sulla Carta universale dei diritti venga inserita nell’agenda dei lavori delle commissioni parlamentari. Siamo consapevoli che sarà un grande sforzo organizzativo per la Filcams e per la Cgil tutta, ma sarà soprattutto un modo con cui sfidare la politica a parlare in chiave diversa di lavoro e ridisegnare una prospettiva di cambiamento che vada nella direzione giusta. Confermeremo anche le altre priorità che caratterizzano la vita della Filcams con i percorsi di formazione del nostro piano nazionale di formazione, con le iniziative sui temi della legalità e della sicurezza, sulle politiche del turismo e degli appalti. Per questo nelle prime settimane del 2017 avvieremo il percorso che coinvolgerà tutta la categoria e l’assemblea generale Filcams.
Quali saranno i temi sul tavolo?
Resta necessariamente al centro la contrattazione nazionale e di secondo livello sui cui continuare l’analisi, l’approfondimento e la proposta. "The New Order", l’iniziativa che abbiamo svolto a Torino nel mese di ottobre con il coinvolgimento dell’assemblea generale della Filcams, ha avviato un percorso che proseguiremo nel 2017: in considerazione di un mondo del lavoro che è cambiato e che continuerà a cambiare, abbiamo deciso di legare l’azione contrattuale alla necessità di leggere la condizione dell’oggi e costruire avanzamenti e nuove proposte. Vogliamo costruire e riconfermare il filo rosso della nostra azione sindacale sui tanti aspetti sociali e del lavoro dentro il contesto italiano e internazionale.
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