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“Quando si vivono certi momenti c’è sempre il rischio di essere fraintesi, strumentalizzati e, come nel caso dei lavoratori forestali, anche di essere accusati di qualcosa che di fatto li danneggia ma soprattutto li ferisce e li mortifica”. Lo dichiarano i sindacati dei forestali di Palermo in una nota dei segretari Adolfo Scotti (Fai Cisl), Tonino Russo (Flai Cgil) e Giuseppe La Bua (Uila Uil) dopo l'incendio che colpito la città. “Parliamo evidentemente del disastro ambientale – precisano – ma anche economico che gli incendi hanno realizzato. I pazzi criminali, colpevoli di tale catastrofe, andrebbero puniti con pene ben superiori a quelle previste perché quanto cagionato non potrà essere in nessun caso ripagato”.
“Come organizzazioni sindacali – ricordano Scotti, Russo e La Bua – in situazioni simili molte volte abbiamo detto che ci saremmo costituiti come parte civile. Oggi forse non è sufficiente la semplice dichiarazione. Non è certamente il momento dei semplici proclami di facciata. Come cittadini, lavoratori, amanti dell’ambiente e della nostra terra, bruciando il nostro posto di lavoro, i nostri campi, le nostre case, ci hanno ferito e dato l’ennesima mortificazione”.
Ora, aggiungono, “dobbiamo reagire. Se si dà fuoco in una giornata come questa, caldissima e con forte vento, si ha la piena consapevolezza di fare un danno immane. Abbiamo il dovere non solo di denunciare, ma di combattere con forza questi delinquenti, 'i piromani', sia che siano malati di mente, incoscienti alla ricerca di emozioni o seguaci di vecchie e pericolose pratiche agronomiche, collaborando con le forze dell’ordine nella ricerca e nell’individuazione dei responsabili di oggi ma anche nel futuro. Intendiamo dire 'tolleranza zero' per chi usa il fuoco”.
I sindacati si appellano alla a Regione e alla burocrazia “che senza pudore non tutela altro che se stessa”. E dicono: “Chiediamo di smetterla una volta per tutte di cincischiare e di mettere nei tempi dovuti e nella misure necessarie le risorse economiche affinché tale settore esca dalla catalogazione dell’assistenzialismo per riprendere il ruolo di strumento di sviluppo e tutela ambientale che la nostra martoriata Sicilia merita”.