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L'apertura formale di una grande vertenza finalizzata a ridare potere d'acquisto ai pensionati e un futuro dignitoso ai giovani. Con questo obiettivo migliaia di persone scendono in piazza il 19 maggio a Roma per la manifestazione nazionale unitaria organizzata da Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil. Lo slogan è: “A testa alta: tutti insieme per rivendicare diritti e dignità dei pensionati”, l'appuntamento è a piazza del Popolo alle ore 10.
I tre sindacati chiedono a governo, partiti politici e Parlamento il rispetto dei diritti che fino ad ora sono stati negati: difesa delle pensioni di reversibilità, tutela del potere d'acquisto e recupero del danno prodotto dal blocco della rivalutazione. Ma anche la separazione tra previdenza e assistenza, la parificazione fiscale tra pensionati e dipendenti, e l'estensione degli 80 euro alle pensioni più basse.
Le richieste dei sindacati
Per far ciò, secondo Spi, Fnp e Uilp, è però necessaria una modifica della legge Fornero che permetta più flessibilità in uscita e l'entrata dei giovani nel mondo del lavoro. Ma anche più risorse per l'invecchiamento della popolazione e una legge quadro sulla non autosufficienza.
Il braccio di ferro tra i sindacati dei pensionati e il governo viene da lontano. L’ultima polemica in ordine di tempo risale allo scorso 4 maggio, sollecitata dalle dichiarazioni del premier Matteo Renzi circa la possibilità di un suo intervento sulle pensioni nella legge di stabilità 2017 (non sull’intero sistema, come chiesto dal presidente dell’Inps, ma sotto forma di arrangiamento delle norme esistenti). “Tra reversibilità, rivalutazione degli assegni, flessibilità in uscita e altre ipotesi non è chiaro come si intenda intervenire. Noi pensiamo che bisognerebbe smetterla con gli annunci e provare a dire concretamente quello che si vuole fare, aprendo urgentemente un tavolo di confronto", aveva commentato in quell’occasione Ivan Pedretti, segretario generale dello Spi Cgil. Pedretti, qualche giorno dopo, si era detto "sempre disponibile al dialogo, perché sulle pensioni c’è un grande malessere e servono delle risposte. Per questo saremo in piazza nella capitale. Senza certezze e senza un confronto di merito la nostra mobilitazione andrà avanti”.
Un risultato, però, i sindacati lo hanno ottenuto già prima della manifestazione. Il ministro del Lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti ha infatti invitato i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil a un incontro sui temi della previdenza e delle politiche del lavoro il 24 maggio. Lo ha confermato un comunicato ufficiale diffuso lunedì 16 maggio, annunciando la convocazione a Roma, presso la sede del ministero.
In piazza il 19 maggio, in effetti, scende una fetta di popolazione tra le più tartassate d'Italia. Tra tasse e blocco della rivalutazione degli assegni i pensionati italiani versano nelle casse dello Stato 70 miliardi di euro all’anno. Lo ha recentemente calcolato lo Spi Cgil, chiarendo che i pensionati versano circa 60 miliardi di euro al fisco, di cui 50miliardi di Irpef nazionale e 10 miliardi tra addizionali regionali e comunali. Cifre a cui si aggiungono altri 10 miliardi di euro che vengono recuperati dalle pensioni superiori a tre volte il trattamento minimo (1.500 euro lordi) per l’effetto trascinamento del blocco della rivalutazione 2012-2013.
Sono di 3 miliardi in più le risorse che i pensionati versano al fisco rispetto ai lavoratori, che beneficiano di maggiori detrazioni fiscali e degli 80 euro. Un pensionato con un assegno da 1.000 euro al mese paga infatti 1.207 euro in più all’anno rispetto ad un lavoratore, 1.260 euro in più chi prende 1.200 euro e 1.092 euro in più chi ne prende 1.600.