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“In vari porti, nonostante i nostri appelli ad un maggior controllo sulle previsioni di legge in tema di autoproduzione, si stanno moltiplicando i tentativi di utilizzare questo tipo di pratica che da sempre ci vede schierati contro”. E’ quanto scrivono unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sul tema del lavoro in autoproduzione che “alcune compagnie di navigazione stanno tentando di attuare impiegando propri marittimi, in sostituzione dei lavoratori portuali”.
“Ci riferiamo - precisano i sindacati nella lettera al ministero - alle ultime istanze, in ordine temporale, presentate in alcuni porti siciliani da società quali Caronte & Tourist Isole Minori, GNV e CIN-Tirrenia ed anche ad altre situazioni analoghe denunciate in altri porti italiani che fanno pensare ad un disegno strategico in atto che ci vedrà contrari e pronti eventualmente alla mobilitazione dei lavoratori portuali”.
“Riteniamo che l’autoproduzione - scrivono le tre organizzazioni sindacali dei trasporti - possa essere autorizzata solo nei porti in cui non è possibile avvalersi di lavoratori portuali, come definito dagli accordi internazionali, e comunque limitatamente a singole toccate di navi che devono essere dotate di mezzi adeguati alle operazioni da svolgere e che abbiano personale esclusivamente dedicato all’esercizio di tali operazioni, non fungibile, assunto con libretto di navigazione e aggiunto in sovrannumero rispetto al personale previsto in tabella minima di sicurezza”.
“L’utilizzo di lavoratori marittimi, compreso il personale di macchina, non in possesso delle necessarie competenze per effettuare le operazioni portuali, - scrivono infine Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, rendendosi disponibili ad un confronto preventivo - creerebbe un pesante squilibrio dell’organico del porto e della sicurezza”.