Una vera e propria patrimoniale sui già magri redditi dei pensionati italiani. È questo quello che rischia di diventare l’Imu, la nuova tassa sulla casa, se il governo non correrà subito ai ripari. Lo sostiene lo Spi, che ricorda che il prelievo peserà per un 20-30 % in più rispetto alla vecchia Ici per l’effetto combinato dell’aumento dell’aliquota e della rivalutazione delle rendite catastali. Si tratta di una spesa aggiuntiva che può variare a seconda delle città e delle dimensioni dell’abitazione dai 300 ai 1.000 euro.

“Così come è stata delineata dal governo – osserva Carla Cantone, segretario generale del sindacato pensionati della Cgil – l’Imu finirà per colpire in modo profondamente errato gli anziani e soprattutto quelli che vivono in alloggi magari grandi e collocati nelle zone centrali delle città”. Le storture di questo provvedimento sono evidenti, perché sono state previste detrazioni per tutti quelli che hanno figli, a prescindere dal reddito, senza pensarne altre per anziani soli, monoreddito e sicuramente non ricchi e facoltosi. “Chiediamo pertanto al governo e a tutti le forze politiche – conclude Cantone – di intervenire subito per evitare un ulteriore accanimento nei confronti dei pensionati italiani”.