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Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge sull'Ilva. Il testo “stabilisce che la società abbia la gestione e la responsabilità della conduzione degli impianti e che sia autorizzata a proseguire la produzione e la vendita per tutto il periodo di validità dell'Aia”. Lo riferisce il comunicato diffuso al termine del Cdm, nel quale si spiega che con il decreto legge approvato "all'Aia è stato conferito lo status di legge, che obbliga l'azienda al rispetto inderogabile delle procedure e dei tempi del risanamento".
"L'Ilva può disporre degli impianti e conseguentemente può proseguire l'attività produttiva e commerciale nello stabilimento per tutto il periodo di validità dell'Aia", ha spiegato in conferenza stampa il ministro dell'Ambiente Clini. A patto, però, che "l'Ilva attui completamente le prescrizioni" contenute nell'Aia.
Qualora non venga rispettato il piano di investimenti necessari alle operazioni di risanamento, il decreto introduce un meccanismo sanzionatorio, fino al 10% del fatturato annuo dello stabilimento, che si aggiunge al sistema di controllo già previsto dall'Aia.
"Il decreto - si legge ancora nella nota di Palazzo Chigi - introduce la figura del Garante della vigilanza sull'attuazione degli adempimenti ambientali e di tutte le altre disposizioni del decreto, che sarà nominato con un successivo provvedimento". "Il Garante acquisirà dall'azienda, dalle amministrazioni e dagli enti interessati le informazioni e gli atti ritenuti necessari, segnalando al Presidente del Consiglio e al Ministro dell'Ambiente le eventuali criticità riscontrate nell'attuazione del risanamento e dell'Aia e potra' proporre le misure idonee, tra le quali anche provvedimenti di amministrazione straordinaria. Ogni sei mesi il Ministro dell'Ambiente riferirà alle Camere lo stato di attuazione dell'Aia e del piano di ambientalizzazione".
"Il garante deve essere persona di indiscussa indipendenza, competenza ed esperienza e sarà proposto dal ministro dell'Ambiente, dal ministro dell'Attività Produttive, e della Salute e sarà nominato dal presidente della Repubblica". Lo ha detto il sottosegretario Antonio Catricalà a proposito delle misure prese dal governo sull'Ilva
Con il decreto sull'Ilva vengono "perseguite in maniera inderogabile le finalità espresse dall'autorità giudiziaria". Lo dice il premier Mario Monti in conferenza stampa. Non chiamatelo decreto 'salva-Ilva', perchè il provvedimento approvato oggi dal Consiglio dei ministri "semmai è 'salva ambiente, salute e lavoro presso l'Ilva di Taranto", ha aggiunto Monti.
La "necessità e l'urgenza" del decreto derivano dal fatto di evitare un rischio di impatto sull'economia "da 8-9 miliardi" di euro, ma soprattutto per "un ammontare di lavoro messo a rischio molto importante" e perché "si sta mettendo a rischio la filiera dell'acciaio, con molti utilizzatori finali che aspettano le forniture". Così il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, rilevando che "salute e lavoro sono due concetti che per tutto il provvedimento vengono fuori continuamente". Passera ha poi aggiunto che servono almeno "3 miliardi, forse di più, per l'adeguamento tecnologico".
Ancora il ministro Passera ha spiegato che se la famiglia Riva non adempie alle direttive indicate dal decreto Ilva potrebbe perdere il controllo della azienda."Dovevamo fare in modo che la proprietà si muovesse nella direzione di fare gli investimenti - ha detto Passera - per questo abbiamo introdotto sanzioni, interventi sulle autorizzazioni e sulla proprietà stessa che potrebbero togliere valore alla proprietà. Se non fa quello che l'Aia prevede vedrà il bene depauperato fino a perderne il controllo". L'azienda dunque, ha sottolineato Passera, potrebbe trovarsi "in amministrazione controllata e la società perde la proprietà".