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Non potrà esserci alcun accordo nella vertenza Ilva se prima non arriveranno rassicurazioni e impegni sulla continuità occupazionale. È questa, in estrema sintesi, la posizione ribadita oggi dalla Fiom Cgil, nell'incontro che si è tenuto questa mattina, 13 aprile, presso il ministero dello Sviluppo economico, alla presenza della viceministra Bellanova, dei rappresentanti di Arcelor Mittal e delle segreterie nazionali delle organizzazioni sindacali.
“Abbiamo chiesto in apertura che ci venga consegnata la lettera inviata dalla Commissione europea ai commissari straordinari, in riferimento agli aiuti di Stato per la cessione dell'Ilva, per prenderne visione e poter esprimere un parere di merito – spiega la Fiom –. Lettera che conterrebbe anche la richiesta di una discontinuità nei rapporti di lavoro dei lavoratori nel passaggio da Ilva alla nuova azienda”.
Azienda che ha ribadito la volontà di modificare il premio di risultato, legandone l'erogazione non più a parametri di produttività, ma al raggiungimento di obiettivi finanziari fissati dall'azienda, in assenza del quale il premio non verrebbe erogato. Altra intenzione aziendale confermata – riferisce sempre la Fiom – è quella di unificare gli altri tre premi esistenti, oggi non legati a nessun vincolo, introducendo nuovi vincoli che ne potrebbero determinare la non erogazione.
“Per quanto ci riguarda abbiamo ribadito che, a fronte di una eventuale esigenza formale di discontinuità dei rapporti di lavoro, per la Fiom deve esserci comunque una continuità sostanziale, cioè il mantenimento per tutti i dipendenti delle condizioni normative e salariali in essere – riferisce il sindacato –. In assenza di queste condizioni, un accordo non è possibile. Accordo che, come sempre detto, deve prevedere l'assunzione da parte di Mittal di tutti i 14mila lavoratori in forza all'Ilva”. Il ministero ha riconvocato le parti per i prossimi 23 e 24 aprile.