Il mantenimento della produzione all'Ilva di Taranto dev'essere valutato caso per caso. Il ministro dell'Ambiente Corrado Clini interpreta così le motivazioni il tribunale del Riesame in merito alla possibilità di uno stop alla produzione durante la bonifica della fabbrica, una fermata che secondo i giudici è solo una delle possibilità. "Ci vuole una valutazione tecnica", osserva il ministro rispondendo a una domanda a Prima di tutto su RadioUno. "In certi casi può essere che tenere gli impianti aperti significhi dare anche continuità alla produzione senza pregiudicare gli interventi di risanamento. Ma se in altri casi gli impianti dovranno essere messi al minimo tecnico per poter fare tutte le operazioni necessarie al risanamento, qui evidentemente la produzione verrà azzerata o ridotta drasticamente".

"Il problema vero - afferma - ora è fare in fretta tutte le operazioni di bonifica che richiedono interventi tecnologici e modifiche dei sistemi di gestione. Questo è il vero lavoro da fare ora, quello che stiamo facendo con la nuova autorizzazione che dovrei essere in grado di rilasciare al più tardi entro la fine di settembre o la prima settimana di ottobre. Ieri (20 agosto, ndr) ho insediato il gruppo tecnico per definire gli ultimi dettagli. Si tratta di dire cosa bisogna fare, quali sono le tecnologie da usare, in che tempi devono essere messe in funzione e così l'azienda saprà che costi deve sostenere".

Quanto ai costi, Clini ha osservato che i 146 milioni di euro già stanziati servono solo per alcuni interventi e sicuramente non coprono tutto il ciclo di investimenti necessari. "Ferrante ha detto che l'azienda vuole continuare a produrre a Taranto, e se vuole farlo gli investimenti sono necessari". Quel che è certo è che alcune operazioni richiederanno pochi mesi, altre tempi più lunghi, come la sostituzione di impianti complessi.

Infine, in merito al cronoprogramma del governo, "a inizio settembre c'è l'esame parlamentare del decreto, entro il 30 settembre avrà il via libera la nuova Aia (l'autorizzazione ambientale, ndr): già riuscire a chiudere questa procedura in tempo sarà una corsa velocissima, per quella precedente ci sono voluti quattro anni e mezzo".

Nel frattempo si apprende che il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, e gli altri pm che indagano sul disastro ambientale incontreranno in procura giovedì prossimo, 23 agosto, i custodi giudiziari del siderurgico tarantino. L'incontro dovrebbe essere utile per pianificare i primi interventi e a avviare contatti con l'Ilva sulle misure che intende adottare per mettere a norma gli impianti. Sempre giovedì, il presidente dell'Ilva Bruno Ferrante incontrerà i sindacati ai quali presenterà il piano di risanamento.