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"Non possono purtroppo sorprendere i dati diffusi qualche giorno fa dal ministro della Salute, Balduzzi, sulla condizione sanitaria dei cittadini tarantini. Confermano caso mai la necessità di agire a più livelli, con una “piena responsabilità del governo nazionale per una grande opera straordinaria di ambientalizzazione, bonifica e riqualificazione del nostro territorio”. Così si legge in una nota della segreteria della Cgil di Taranto.
“È significativo – si legge in un comunicato – che, rispetto alle emissioni inquinanti e alla qualità dell’aria, si individui nei livelli ancora non a norma di Ipa e Benzoapirene al quartiere Tamburi, l’elemento di maggiore criticità tutt’ora persistente”. Per la camera del lavoro pugliese è necessario in primo luogo il varo e l’attuazione in tempi celeri della nuova Aia (l’Autorizzazione integrata ambientale, ndr) per l’Ilva, che costituisce sicuramente “per le prescrizioni e l’abbattimento delle emissioni previste, un salto di qualità nel processo di ambientalizzazione della fabbrica, così come significativi sono i sistemi di monitoraggio e verifica previsti, compresi quelli riguardanti l’abbattimento delle emissioni e l’impatto sanitario sulla popolazione, tutti elementi che possono portare alla riapertura e modifica della stessa Aia”.
A questo punto, anche l’azienda dovrebbe sciogliere, per la Cgil, “ogni riserva e dare la propria adesione a questo processo perché è chiaramente questo lo snodo per assicurare il futuro ecosostenibile dello stabilimento”. Su di un piano più generale il sindacato chiede “un passo in avanti rispetto alla legge su Taranto; occorre definire un vero e proprio accordo di programma per la bonifica e la riqualificazione dell’area tarantina coinvolgendo tutte le grandi imprese presenti sul territorio insieme all’aumento delle risorse pubbliche, indispensabili e, allo stato, non sufficienti”.
Quanto al ministro della Salute – che non ha ancora voluto incontrare i sindacati locali – la Cgil chiede “interventi incisivi in collaborazione con la Regione sul nostro territorio. Non solo maggiore monitoraggio su lavoratori e cittadini, qualità degli alimenti ma anche una opera di rafforzamento delle strutture sanitarie di prevenzione, diagnosi e cura”.
Di fronte alla condizione critica del territorio “è più che legittimo richiedere deroghe ai piani di ridimensionamento della rete dei servizi sanitari e del blocco delle assunzioni in sanità, così come è opportuno riconsiderare e riequilibrare la destinazione degli 8 milioni di euro stanziati dalla Regione Puglia, utilizzandoli anche verso le strutture sanitarie oltre che per il centro epidemiologico”.