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“Per il governo non ci sono le condizioni per avviare la trattativa”, perciò “chiederà a Mittal di modificare le condizioni partenza”. Ne dà notizia la Fiom in una serie di tweet dal ministero dello Sviluppo dove è saltato il tavolo tra governo e parti sociali. Il governo non ha avuto dall'azienda rassicurazioni sul rispetto dei livelli salariali dei lavoratori. Così conferma il ministro Carlo Calenda conversando con i giornalisti dopo aver fatto saltare il tavolo sull'Ilva. “Quello che manca rispetto all'offerta – ha detto – non sono i numeri degli esuberi, su cui si può discutere e che fanno parte della trattativa, ma manca un pezzo dell'impegno che l'acquirente ha preso nei confronti del governo, che riguarda i livelli salariali e gli scatti di anzianità, su cui non si prevedeva di ripartire da zero ma anzi di mantenere quelli attuali. In assenza di conferma su questo punto – chiude – che è molto molto importante, il governo ritiene che non ci siano le premesse per aprire un tavolo di confronto”.
Il piano lacrime e sangue prevede 4 mila esuberi in tutta Italia, una “proposta inaccettabile che cancella i diritti dei lavoratori”, commenta il sindacato dei metalmeccanici Cgil. Al tavolo del Mise erano stati convocati Am Investco Italy (la nuova società di Arcelor Mittal e Marcegaglia) e i sindacati metalmeccanici Fim, Fiom, Uilm e Usb, mentre tutti gli stabilimenti del gruppo (Taranto, Genova e Nove Ligure) sono in sciopero per 24 ore con un'adesione che registrato il 100%.
I margini per una trattativa sembravano strettissimi già in mattinata. "Licenziamenti, diritti e salario tagliati, estensione della precarietà, lavoratori degli appalti cancellati. Su queste basi non c'è trattativa possibile", ha scritto ieri su Facebook Francesca Re David, segretaria generale Fiom. “Non si può pensare che un progetto industriale regga se si riducono i diritti delle persone che vi lavorano e non si garantisce l'occupazione per tutti – ribadisce il segretario confederale Cgil Maurizio Landini –, bisogna ripristinare le condizioni per poter avviare una trattativa vera. Noi sosteniamo la decisione e il giudizio che le Rsu unitariamente hanno assunto. Quella lettera non è la base per poter avviare la trattativa. Va rivisto il tutto nel modo più assoluto".
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