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Tensione alle stelle e attesa ormai spasmodica. A Taranto la sorte dell'Ilva è appesa a un filo sottile, a una decisione della Procura che segnerà, in un senso o nell'altro, il destino di migliaia di operai. Sono cinquemila solo quelli dell’area a caldo, e le voci di un sequestro imminente si rincorrono.
Per questo si prevedono manifestazioni di piazza e l'occupazione delle vie d'accesso alla città da parte degli operai in caso di sequestro degli impianti. I provvedimenti della magistratura, annunciati da tempo, scaturiscono dai risultati di due perizie, una chimica, l’altra medico-epidemiologica, che mettono l’azienda sotto accusa. Per la prima volta viene certificata una correlazione tra emissioni inquinanti, malattie e morte. Possibili provvedimenti cautelari, e quindi il sequestro degli impianti, sembrano una possibilità concreta. E forse oggi è il giorno.
Sono indagati gli ex presidenti dell’Ilva Emilio e Nicola Riva, l’ex direttore dello stabilimento di Taranto Luigi Capogrosso, il dirigente capo area del reparto cokerie Ivan Di Maggio, e il capo area del reparto Agglomerato Angelo Cavallo. I magistrati ipotizzano i reati di disastro colposo e doloso, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, danneggiamento aggravato di beni pubblici, getto e sversamento di sostanze pericolose, inquinamento atmosferico sono i reati per i quali sono indagati da due anni e mezzo.
Ieri il giudice per le indagini preliminari Patrizia Todisco ha depositato in cancelleria il provvedimento a seguito dell’incidente probatorio, chiuso il 30 marzo scorso, inserito nel processo. In fabbrica ansia e previsioni si moltiplicano, e ora non resta che attendere la notifica alle parti interessate per conoscere le decisioni prese dal magistrato.
In alcune interviste fatte a quotidiani e Tv locali gli operai non hanno escluso manifestazioni a tutela del loro futuro occupazionale e per questo è stato disposto il potenziamento dei servizi di controllo da parte di Polizia e Carabinieri, con l'impiego di più uomini e mezzi, per garantire l'ordine pubblico. Il 30 marzo scorso, in occasione della chiusura dell'incidente probatorio legato all'inchiesta a carico dei vertici dell'Ilva per disastro ambientale, 8.000 operai e impiegati del Siderurgico manifestarono per le vie della città con un sit-in conclusivo sotto la sede del Comune.
Nell'attesa, ieri, l’azienda ha annunciato che il Treno nastri 1, costretto a fermarsi lo scorso 10 giugno a causa di mancanza di commesse, tornerà a marciare al massimo della sua potenzialità dai primi giorni di settembre. Torneranno quindi sull’impianto 232 lavoratori, smistati in altri reparti, riprendendo i 21 turni settimanali del funzionamento a pieno regime.
Per questo motivo le organizzazioni sindacali joniche di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, hanno deciso di incontrare unitariamente i lavoratori dello stabilimento, attraverso un'assemblea programmata per questo venerdi' dalle 7 alle 9, presso la portineria D dell'Ilva.