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Nei giorni scorsi la compagnia ha già cancellato 190 voli, ma l'impressione è che lo sciopero europeo di Ryanair, in programma per oggi, 28 settembre, possa trasformarsi in un venerdì nero senza precedenti per la compagnia low cost irlandese. Dal Belgio alla Germania, dai Paesi Bassi, al Portogallo, dalla Spagna all'Italia piloti e assistenti di volo della compagnia incroceranno le braccia per chiedere migliori condizioni di lavoro e l'applicazione dei contratti nazionali, anziché di contratti stipulati secondo il diritto irlandese.
In Italia, lo sciopero avrà una durata di 24 ore per tutto il personale navigante di Ryanair e delle agenzie interinali collegate, basato nel nostro paese. Secondo Filt Cgil e Uiltrasporti “la cancellazione preventiva di 190 voli (ma in mattinata il numero era già salito a 250, ndr) è la dimostrazione, al di là delle dichiarazioni di facciata, dell'indiscussa riuscita dello sciopero, come già successo a luglio scorso quando l'adesione è stata pressoché totale”. “Nel corso della giornata di sciopero – informano le due sigle sindacali – sono previsti presìdi presso gli aeroporti di Bergamo, Catania, Ciampino, Milano Malpensa, Napoli e Pisa, dove fa base Ryanair”.
“A Ryanair – spiegano – chiediamo di convocarci per la definizione di un contratto collettivo di lavoro di diritto italiano che preveda le tutele del nostro ordinamento e soddisfi le legittime istanze dei piloti e degli assistenti di volo. Inoltre le affermazioni della Commissaria Ue al Lavoro, Marianne Thyssen, rafforzano le richieste dei lavoratori e le indicazioni dei giudici dei tribunali di Bergamo e di Busto Arsizio contro l'approccio, in contrasto con la normativa nazionale, della compagnia irlandese verso i propri lavoratori”.
Ryanair ha infatti tradizionalmente impiegato una quota importante della sua forza lavoro con contratti di diritto irlandese, che i sindacati contestano in quanto fortemente svantaggiosi per i lavoratori. In Italia, dopo l'accordo tra la compagnia e l'associazione Anpac, Filt Cgil e Uiltrasporti hanno organizzato un referendum che ha avuto un esito molto chiaro: l'82% dei piloti hanno detto no all'accordo.
Tra i punti più critici dell'accordo, bocciato nel referendum dai lavoratori, c'è la “mancanza di libertà di affiliazione sindacale” e di “adesione a iniziative sindacali”; inoltre, i piloti sono “obbligati al pagamento della propria divisa da lavoro”, mentre “non è assicurato agli equipaggi il pasto a bordo durante il servizio”. Infine, l'accordo contestato secondo Filt Cgil e Uiltrasporti “consente la sottoscrizione di contratti paralleli da parte di agenzie interinali, oltre ad essere ampiamente insufficiente l'investimento messo in campo dall'azienda in materia di salario e previdenza”.
Tornando allo sciopero, è evidente un certo nervosismo della compagnia aerea che negli ultimi giorni ha ripetutamente stigmatizzato le proteste e le mobilitazioni sindacali definendole “inutili”. Di risposta, Filt Cgil, Uiltrasporti e Ugl trasporto aereo hanno scritto al ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, per chiedere “un incontro urgente per individuare le misure necessarie a ricondurre i comportamenti al rispetto delle norme sul lavoro, dei diritti costituzionali dei lavoratori e dei cittadini e delle sentenze della magistratura”.
“Nella fattispecie – scrivono i sindacati –, Ryanair ha scelto alcuni interlocutori sindacali di proprio gradimento, sottoscrivendo con questi accordi collettivi dai contenuti inaccettabili, non coerenti con il contratto nazionale di settore e, a nostro avviso, per molti aspetti contrastanti con la normativa del lavoro italiana”.