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Si è conclusa il 1 aprile a Milano la sesta edizione del 'Treno della memoria'. Un viaggio collettivo, organizzato da Cgil e Cisl Lombardia, attraverso l'Europa e attraverso i ricordi, per ripercorrere il cammino di chi fu deportato nei campi di concentramento dalla follia omicida del nazi-fascismo.
Oltre 600 persone - studenti, insegnanti, giovani lavoratori e pensionati, provenienti da molte regioni d'Italia - sono partite mercoledì 28 marzo dal capoluogo lombardo per giungere a Cracovia dopo 22 ore di treno. Ad attenderli, la visita ai campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau, ex caserme, immense distese di baracche, luoghi di orrore e morte.
È un giovane docente dell'università Cattolica di Milano, Andrea Bienati, a raccontarci alcuni importanti dettagli che mostrano, se ce ne fosse bisogno, tutta la banalità dell'orrore: il contratto, stipulato a seguito di una 'regolare' gara d'appalto, per la costruzione dei forni crematori e la lettera di protesta del direttore del campo, che si lamentava, con alcuni fornitori, per la scarsa qualità della piastrellatura della camere a gas.
Un viaggio lungo e difficile, un viaggio intimo che ha costretto ognuno di noi a confrontarsi con le tante contraddizioni che vive l'essere umano. Un viaggio che nelle scuole era iniziato già diversi mesi prima con uno specifico percorso formativo, proseguito a Cracovia con assemblee, dibattiti, confronti e letture.
Una riuscitissima iniziativa, a parere unanime, realizzata grazie agli forzi organizzativi della Cgil e della Cisl Lombardia, ma anche grazie all'impegno di tutte le centinaia di studenti che hanno deciso di investire, in questo percorso, le proprie energie impegnandosi nel costruire una vera 'comunità di viaggio'.
“Sono ormai alcuni anni che l’iniziativa del 'treno per Auschwitz' offre un’occasione di incontro tra generazioni per mantenere viva la memoria dello sterminio del popolo ebraico e dell’eccidio, nei campi di concentramento nazisti, di milioni di persone, tra le quali migliaia di militanti antifascisti e di lavoratori che avevano partecipato agli scioperi insurrezionali”. Ha spiegato alla partenza Nino Baseotto, segretario generale della Cgil Lombardia. “L’emozione che dà la visita al 'campo' - ha proseguito il sindacalista - scuote le coscienze, spinge a chiedersi come l'orrore sia stato possibile, e come si possa impedirne il ripetersi”.
Con questa iniziativa, rivolta in modo particolare alle ragazze e ai ragazzi, il sindacato lombardo, ha concluso Baseotto, “vuole tener viva la memoria del periodo più buio della storia d’Europa, come monito contro l’odio razziale, etnico e religioso, e contro la violenza, per costruire un futuro ed una cultura di pace”.
Idee pienamente condivise anche da Gigi Petteni, segretario generale della Cisl lombarda: “Il progetto ‘Un treno per Auschwitz’ è un’opportunità importante e significativa per creare un sistema di rete tra tutti i partecipanti che contribuisce a mantenere viva la consapevolezza di valori fondamentali come la libertà, la democrazia e la dignità umana”.
“La visita ai campi di sterminio - ha proseguito Petteni - è solo una tappa del percorso di approfondimento che per tutto l'anno ha coinvolto gli studenti, anche attraverso momenti di formazione organizzati dal sindacato, perché i cittadini d'Europa non si sentano spettatori di una storia confezionata, ma attori di un destino condiviso che ha anche radici comuni nella tragica esperienza di Auschwitz”.