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L'azienda fallisce dopo una crisi tanto rapida quanto inattesa e il sindaco che fa? “Chiede alla proprietà di valutare la ricollocazione dei lavoratori presso una società del gruppo situata in Russia”. La storia, che ha dell'incredibile, si svolge a Sassuolo e riguarda i lavoratori della Martinelli Ettore srl, azienda tra le più longeve del distretto ceramico, che fino a pochi mesi fa occupava 54 dipendenti. A raccontarla è la Fiom Cgil di Modena che ha partecipato ad un vertice urgente con Regione, Provincia e proprietà per cercare una soluzione, vertice nel corso del quale il sindaco ha lanciato la sua proposta shock.
"In tanti anni di vertenze aziendali una cosa simile non mi era mai capitata - commenta alla Gazzetta di Modena il segretario generale della Fiom modenese, Cesare Pizzolla - Ci vuole coraggio a dire a lavoratori che da una vita prendono 1200-1500 euro al mese, e fanno fatica ad arrivare con la famiglia a fine mese, che si potrebbero trasferire in Russia".
“Che c'è di male?”, ha replicato il sindaco, che si chiama Francesco Menani ed è della Lega. Interpellato dallo stesso quotidiano, il primo cittadino ha spiegato che nella sua proposta “non c'era nulla di provocatorio, di polemico. I sindacati e tutti noi – ha detto - dobbiamo prendere atto che il mercato del lavoro è cambiato. E anche lavorare in Russia, in tempi in cui occorre portare a casa la pagnotta, può essere una soluzione temporanea".
"Ero già allibito all'incontro, ma dopo la risposta a mezzo stampa del sindaco lo sono ancora di più - dice a Rassegna Cesare Pizzolla - Mi pare che si dimostri una scarsissima attenzione per i problemi del territorio che ha bisogno di tenersi ben strette le imprese e il lavoro. Detto questo, c'è invece sul tavolo regionale un ragionamento positivo sulla possibilità di attivare la cassa integrazione per cessazione che, allo stato attuale, è l'unica possibilità che abbiamo per prendere tempo e cercare una soluzione per quei 22 lavoratori circa che sono ancora rimasti in azienda. Invece - conclude il sindacalista - rimane aperta la questione degli stipendi arretrati, oltre 2 mensilità per tutti e 54 i lavoratori che erano in azienda fino a tre mesi fa".
Ma la vicenda della Martinelli Ettore pone anche una questione di carattere più generale: "Parliamo di un'azienda storica, da 75 anni sul territorio, che aveva mercato molto particolare, quello degli stampi per la ceramica - spiega ancora Pizzolla - un settore che fino agli anni '90 è stato in grande espansione, poi l'innovazione tecnologia lo ha mandato in crisi aprendo il grande tema della riconversione delle produzioni. Un problema che si sta ponendo e si porrà anche in altre realtà e di certo non possiamo lasciarlo esplodere come è avvenuto alla Martinelli". (Fab.Ri)