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Dalida Angelini è il nuovo segretario generale della Cgil Toscana, prima donna a ricoprire tale incarico, eletta con 89 voti su 100, dopo una campagna di ascolto interna all'organizzazione, estesa anche ai delegati. A lei, stamattina, è stata dedicata 'Italia Parla', la rubrica di RadioArticolo1 (qui il podcast). Argomenti trattati, oltre al nuovo incarico, la contrattazione, la conferenza d'organizzazione, il Jobs act, il nuovo Statuto dei diritti dei lavoratori, le vertenze concluse come la Lucchini.
"Ho mandato un messaggio chiaro al direttivo – ha esordito la sindacalista –: non dirigerò la Cgil Toscana da sola, ma assieme a tutto il gruppo dirigente, perchè penso ci sia bisogno di una forte impronta di lavoro comune. Questo, per rappresentare al meglio il mondo del lavoro. Lo dico da leader sindacale donna, in un contesto ancora un po' maschile, dove ci vogliono tante donne per provare a cambiare nella direzione interna alla nostra organizzazione. Non dimentichiamoci che sono proprio le donne ad aver pagato di più in questa crisi, essendo le prime ad essere espulse dal mondo del lavoro. Dobbiamo agire in difesa dell'occupazione femminile, e a tal fine, diventa fondamentale avviare una contrattazione sociale più efficace, che provi a rappresentare elementi del lavoro femminile, come il part time, i tempi di vita e di lavoro, la carenza di asili nido, la cura delle persone, tutte questioni di cui si fanno carico soprattutto le donne, trovando risposte adeguate a tali tematiche assieme alle istituzioni".
"Dobbiamo avere un'idea diversa di sindacato – ha proseguito la dirigente Cgil –, facendo partecipare di più i lavoratori e mettendoci di più dalla loro parte. Anche alla Filcams, la mia esperienza sindacale precedente, ho provato a lavorare in tale direzione e la scelta ha pagato in termini di iscritti. Il mio motto è: la Cgil non è solo il segretario, ma siamo tutti noi. Se guardiamo il nostro tesseramento, ci accorgiamo che abbiamo ancora uno zoccolo duro di tessere nelle grandi e medie aziende, che però nella nostra Regione sono poche, mentre non riusciamo a rappresentare il vasto mondo delle piccole imprese, per la frantumazione del mercato degli ultimi anni e anche per la mancanza di contratti di riferimento in certi settori. È qui che la nostra organizzazione deve fare un passo avanti, nei luoghi di lavoro attraverso la contrattazione territoriale, per mettere insieme i tanti addetti, le tante tipologie di lavoro, per icomprendere tutto quel mondo del lavoro finora escluso. Se riusciremo nell'intento, faremo un salto di qualità anche sul piano della rappresentanza. Poi, c'è la contrattazione sociale da valorizzare, fino ad arrivare a una contaminazione con la contrattazione territoriale. È una sfida enorme, ma dobbiamo giocarcela fino in fondo, e la conferenza di organizzazione è un passaggio cruciale".
Inoltre, l'esponente Cgil ha esaminato la situazione del lavoro in Toscana, partendo dalle vertenze concluse come la ex Lucchini. "In questi anni abbiamo fatto cose importanti: nel caso di Piombino, abbiamo ragionato sugli accordi programma con le aziende, diversificando anche l'occupazione. Con la nuova proprietà, non tutti gli addetti rimarranno nell'acciaeria, una parte lavorerà nell'agroindustria e un'altra nella logistica. Abbiamo messo al centro una proposta guarda all'innovazione, anche sul fronte deella creazione di nuovi posti di lavoro. In più, non va dimenticato l'apporto fondamentale della politica e della regione, tutto all'insegna della concertazione con noi. Ma, purtroppo, gli interventi dei governi che si sono succeduti hanno messo in discussione le buone leggi prodotte a livello locale".
"Purtroppo, il Jobs act ha causato un disastro dal lato del lavoro – rileva ancora Angelini –: soprattutto per i lavoratori degli appalti nei servizi, che prima avevano delle garanzie precise, che vengono ora completamente annullate dalla riforma del mercato del lavoro. Il combinato disposto delle gare d'appalto e la normativa sul contratto a tutele crescenti fa sì che questi lavoratori non abbiano più il diritto ad essere riassunti in caso di cambio d'appalto, una cosa veramente asurdo, che il sindacato deve cercare di cambiare a tutti costi mediante la contrattazione in tutti i luoghi di lavoro. La Cgil nazionale ha presentato una proposta di legge in materia ed anche noi in Toscana abbiamo raccolto delle firme, al fine di cambiare in meglio quella norma, introducendo la clausola sociale a tutela dei lavoratori. Noi vorremmo partire da lì, e a tale proposito c'è una disponibilità della Regione a farlo, al fine di garantire al meglio gli ultimi, i non garantiti, dando loro qualche elemento di sicurezza in più. Peraltro, in Toscana, ci sono segnali positivi, perchè laddove si sono avuti dei cambi d'appalto, abbiamo fatto un lavoro di anticipo rispetto alla preparazione dei bandi, e i risultati si vedono".
Infine, il nuovo Statuto dei diritti dei lavoratori, su cui sta lavorando la Cgil. "A mio avviso – ha concluso la nuova leader della confederazione toscana –, dovrebbe essere uno Statuto che non si preoccupi solo di recuperare i diritti tolti in precedenza, ma un nuovo codice che comprenda anche tutto quel pezzo del lavoro che non era rappresentato nel vecchio ordinamento: è questa la vera sfida, includendo anche i diritti di cittadinanza. Se riusciremo a mettere in campo un'azione di tale portata, saremo in grado di coinvolgere un mondo più vasto, fatto non solo di lavoratori e persone che fanno riferimento alla Cgil".