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“Molte donne romene sono vittime di violenze sessuali nella campagne pugliesi, ma nessuno ne parla. Quando un agricoltore romeno cerca un caporale per chiedergli se c’è lavoro per qualche sua parente o amica, lui gli risponde che se è ‘carina’ lo trova subito. Ecco, questa è la realtà delle tante denunce che abbiamo raccolto anche nel nostro rapporto sull’agromafia”. Chi parla è Ivana Galli, segretaria generale della Flai Cgil, impegnata in questi giorni con la sigla di categoria nella campagna #ancoraincampo in provincia di Taranto per portare alla luce un degrado che “a mano a mano ha coinvolto anche le lavoratrici italiane”, aggiunge la dirigente della Cgil: “Noi ci siamo inventati il sindacato di strada già dal 2008 per denunciare e anche per fare proposte, e siamo andati in questi anni in tutta Italia perché questo è un fenomeno che tocca anche il Piemonte e il Veneto. Siamo riusciti a ottenere la legge 199, una norma di civiltà che va difesa perché colpisce anche il datore di lavoro che ricorre a questa forma surrettizia di collocamento”, conclude Galli riferendosi alle recenti dichiarazioni di alcuni esponenti del governo, in testa il vicepremier Matteo Salvini e il ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio, che sarebbero intenzionati a rimettere mano alla legge contro il caporalato.
I lavoratori di nazionalità romena rappresentano la comunità straniera più numerosa che vive in Puglia – circa 35 mila tra uomini e donne – e anche quella maggiormente impiegata in agricoltura, con 17.300 persone censite negli elenchi Inps. A loro si rivolge il progetto che vede insieme la Flai Cgil e il sindacato più rappresentativo del paese balcanico, Fratìa, che va sotto il titolo di “Due nazioni. Unica tutela”: un’intesa politica per tutelare i cittadini rumeni che lavorano nell’agroindustria, 115 mila in Italia su una comunità di 1,2 milioni di persone.
“Questi cittadini vanno informati perché solo attraverso la conoscenza si può debellare il lavoro nero e lo sfruttamento di questi lavoratori nei campi”. A dirlo è Lucrezia Tanase, console generale della Romania in Puglia, nell’inaugurare il nuovo infopoint presso la Camera del lavoro di Ginosa. Insieme a lei anche le autorità istituzionali e i rappresentanti sindacali della Romania, della Bulgaria e del sindacato macedone. Una delegazione che ha fatto tappa in Puglia, a Taranto, dove la Flai Cgil del capoluogo jonico ha organizzato quattro giorni di incontri, assemblee, attività di informazione nelle campagne, nell’ambito dell’iniziativa nazionale #ancoraincampo.
Un'immagine della campagna #AncoraInCampo della Flai Cgil in Puglia
È iniziata ieri (25 luglio) all’alba l’attività di strada del sindacato. Una delegazione, insieme ai rappresentanti della Flai Taranto, Puglia e nazionale, è andata nei campi a Castellaneta (Taranto), a informare i lavoratori dei loro diritti. Poi in un’azienda che produce uva biologica e a seguire nei magazzini di confezionamento del prodotto. Per chiudere la mattinata, inaugurazione a Ginosa del totem che offrirà informazioni anche in lingua romena ai lavoratori, i quali potranno così conoscere i loro diritti definiti dal contratto collettivo, dalle leggi italiane, in particolare la legge 199 del 2016 e tutti i riferimenti utili per poter contattare le sedi del sindacato in caso di bisogno per far valere le loro ragioni. Nel pomeriggio la delegazione ha fatto visita nello stabilimento Heineken di Massafra, sempre in provincia di Taranto esempio di virtuoso di azienda che pratica contrattazione aziendale con oltre 150 iscritti.
“La nostra attività – spiega Lucia La Penna, segretaria generale Flai Cgil Taranto – ha un duplice obiettivo: da un lato vogliamo continuare il nostro impegno del sindacato di strada andando nelle aziende, nelle campagne, fra i lavoratori, a spiegare loro quali diritti hanno e a saperli rivendicare con forza, senza paura di essere sopraffatti dal datore di lavoro che spesso sfrutta i cittadini stranieri che non sanno parlare bene la lingua italiana e non conoscono le nostre leggi e i nostri contratti. Ma vogliamo anche continuare e rendere sempre più proficua la collaborazione con altri sindacati europei dell’agricoltura per meglio tutelare i lavoratori migranti. Per la Flai Cgil di Taranto le nazionalità possono essere diverse, ma la tutela è unica. La scelta della categoria è stata quella di concentrare l’attività nella zona occidentale della provincia dove vivono e lavorano soprattutto braccianti bulgari, romeni e macedoni”.