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Lo Sportello di Ascolto per le donne vittime di violenza di genere, inaugurato lo scorso marzo dalla Camera del lavoro di Napoli, rappresenta un’assoluta novità in campo sindacale.
La Cgil è stata sempre al fianco delle donne maltrattate ma mai prima d’ora aveva istituito uno sportello apposito che rappresentasse un punto di riferimento essenziale e uno strumento di sostegno, tutela e garanzia reale per le donne abusate.
Nell’ambiente domestico, le persone - in particolare, donne, bambini ed anziani - tendono ad abbassare le loro difese, esponendosi a situazioni di estremo disagio e sofferenza, subendo, talvolta anche per molti anni, dinamiche relazionali violente e malate.
In Italia, purtroppo, sono sempre più numerosi gli episodi di maltrattamenti che nascono e si consumano fra le mura domestiche e che, proprio per la loro natura, per così dire “intima”, sono anche i più difficili da riconoscere, da far emergere e da contrastare.
Del resto, almeno in una prima fase, sono proprio le vittime ad avere difficoltà a considerare determinate condotte come aggressive e sbagliate. Ogni donna, infatti, prima di riuscire ad ammettere di stare subendo violenza, deve abbattere reticenze, pregiudizi e barriere sociali molto persistenti e dolorose, la cosiddetta presa d’atto è senza dubbio un rito di passaggio necessario ed emblematico la cui elaborazione, però, può richiedere anche dei tempi di vita lunghi.
Le donne che si rivolgono allo sportello della Cgil ci chiedono, in primo luogo, di essere ascoltate, comprese e rassicurate, poi di trovare assieme delle soluzioni ai loro malesseri, alle loro situazioni familiari divenute, ormai, intollerabili ed ingestibili.
Molto spesso, bisogna procedere con la separazione legale dal coniuge, facendo valere i diritti dell’assistita e dei figli; altre volte, nella ipotesi in cui vi sia una famiglia di fatto, viene salvaguardata la prole cui spetta, comunque, un mantenimento di tipo economico e una casa da abitare.
In talune occasioni, invece, è necessario agire tempestivamente per tutelare l’incolumità delle donne che disperate si rivolgono a noi con paura ma anche con fiducia.
In siffatte circostanze, le responsabili della Cgil, Teresa Potenza e Grazia Zimmaro attivano immediatamente tutti i canali ed i riferimenti istituzionali con cui agiamo in sinergia per allontanare le vittime ed i figli, offrendo loro accoglienza in un luogo protetto, finalmente al riparo, in attesa di agire legalmente.
Chiaramente la valutazione sul da farsi, la strategia difensiva e la via legale da intraprendere varia, caso per caso, a seconda del racconto e della narrazione dei fatti.
C’è, però, un fil rouge che, purtroppo, accomuna tutte le vittime di violenza: la paura di non farcela, di subire ritorsioni ancora peggiori, di inasprire ed elevare ulteriormente la soglia del conflitto con gli uomini che le maltrattano, di non avere soldi e di non poter sfamare o tutelare i propri figli che assistono e subiscono violenza a loro volta.
Ed è su questo tema che, prima o poi, la classe politica italiana dovrà impegnarsi offrendo una maggiore tutela alle donne che hanno scelto di ribellarsi perché la violenza di genere va contrastata sia sotto il profilo culturale che attraverso lo stanziamento di fondi a supporto delle vittime.