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“Con forza dobbiamo continuare ad affermare i valori del nostro sindacato, un sindacato antifascista, che fa della cultura della solidarietà, dell’integrazione e dell’accoglienza la propria pratica di coesione sociale”. È il cuore della relazione con cui la segretaria generale della Filcams Maria Grazia Gabrielli ha aperto il XV congresso della categoria, la più numerosa in casa Cgil per numero di lavoratori attivi e che rappresenta il mondo dei servizi, del turismo e del commercio. “Una posizione – ha detto subito la dirigente sindacale – che sappiamo può produrre forti contestazioni e distanze con i lavoratori e con gli stessi iscritti alla nostra organizzazione; lo abbiamo misurato anche nelle assemblee congressuali dove reazioni e attacchi ci sono stati. Tuttavia, lo dobbiamo fare per il modello sociale italiano ed europeo che vogliamo, nel legame che sempre c’è stato e continuerà ad esserci tra libertà e lavoro”.
A questo appuntamento di Assisi (27-29 novembre) si è giunti al termine di un lunghissimo percorso fatto di oltre 7 mila assemblee di base, durante le quali hanno partecipato al voto 161 mila iscritte e iscritti che sono stati protagonisti anche nella fase di stesura dei testi congressuali. Per restare sui numeri, il documento “Il Lavoro è”, prima firmataria Susanna Camusso, ha ricevuto un’adesione pari al 98,38 per cento, mentre “Riconquistiamo tutto” – sostenuto da Eliana Como – ha ricevuto l’1,62% dei consensi. “La novità introdotta sulla partecipazione non è una parentesi temporanea – sottolinea Gabrielli –, bensì un punto di partenza”.
La segretaria Filcams, in carica da quattro anni, ha poi ricordato i valori al centro di questo congresso, che possiamo riassumere così: cultura dell’accoglienza, della solidarietà, del rispetto di fronte a un’Italia sfiduciata e impoverita dalla crisi. “In questo quadro – osserva – il ruolo della politica avrebbe dovuto restare centrale", e invece è stato “inadeguato” il governo di centrosinistra di Renzi prima e di Gentiloni poi, così come lo è quello attuale, a cominciare dalle politiche sui migranti, accompagnate da “un linguaggio marcatamente razzista, xenofobo, fascista che ha sdoganato in pochi mesi reazioni rabbiose e rancorose. È breve il passo al filo spinato e all’innalzamento dei muri, perché più ci chiudiamo e più ci sentiamo protetti, più ci armiamo in casa nostra e più ci sentiamo sicuri”. Una regressione culturale in cui si inserisce anche “il nuovo attacco alla salute e alla libera scelta delle donne rispetto alla maternità”, con il tentativo di rivedere la legge 194 (l’ultimo episodio in ordine di tempo è la mozione approvata dal Consiglio comunale di Verona) e “la grettezza che caratterizza il disegno di legge presentato dal senatore leghista Pillon in materia di affido condiviso, con il quale la donna è relegata a un ruolo d’inferiorità attraverso gli ostacoli inseriti per lo scioglimento del vincolo coniugale”.
Nell’analisi politica c’è quindi l’altro tratto fondamentale della Filcams: l’autonomia da sottolineare e rivendicare in ogni caso, e che però "non diventerà mai indifferenza alla politica, concetto che non ci è mai appartenuto”, sottolinea Gabrielli. Tornando ai provvedimenti dell’esecutivo a trazione Lega-5 Stelle, la dirigente della Cgil ribadisce il giudizio fortemente negativo: “Dove si è persa la coerenza del Movimento 5 Stelle che sosteneva, una posizione di contrarietà alla cancellazione dell’articolo 18 e alle forme di precarietà create proprio dai voucher? Il nome altisonante del decreto dignità produce un’eco assordante perdendo soprattutto un’occasione per dare risposte alle aspettative generate”. Quanto alle liberalizzazioni degli orari degli esercizi commerciali, tema storicamente caro alla Filcams, “quello di cui abbiamo bisogno, dopo undici anni di deregolamentazione, è affrontare il problema e non eludere la revisione sostanziale di quella normativa: non è più tempo, neppure su questo argomento che ha tanto inciso sulla condizione delle lavoratrici e dei lavoratori, di procedere agli annunci e sparire dalla scena per ritornarvi in maniera estemporanea come fosse uno spot pubblicitario”.
Tutto il resto del suo discorso si concentra sulla contrattazione. “Questo congresso ne riconferma per la Filcams l’importanza a tutti i livelli. La nostra risposta è rilanciare e non rinunciare alla possibilità di tracciare un orizzonte diverso, perché attraverso la contrattazione passano le risposte di cui hanno bisogno le persone per migliorare le condizioni di lavoro e le retribuzioni”. Se da una parte “è difficile trovare il punto di svolta in alcuni contratti per le distanze e i punti specifici divisivi che si sono cristallizzati, non ci rassegneremo mai all’idea di avere contratti non rinnovati e sentiamo la responsabilità di continuare a lavorare affinché un punto diverso si possa determinare, questo è lo spirito costruttivo che vogliamo mantenere”.
L’elenco delle vertenze sarebbe troppo lungo e la segretaria della Filcams lo dice chiaramente, non c’è tempo per leggerlo tutto. Certamente, a livello sindacale, un modo per affrontarle sarebbe quello di ridurre la quantità enorme di contratti collettivi: “Mentre noi svolgiamo il congresso, il loro numero potrebbe già essere aumentata data la facilità con cui questo può avvenire”, afferma con ironia Gabrielli chiedendo di affrontare il tema della misurazione per evitare il dilagare dei cosiddetti "contratti pirata". Tra i problemi più sentiti nella categoria c'è il dumping contrattuale e il grande tema degli appalti, per il quale c’è ancora molto lavoro da fare. “Su questo ci sentiamo di riconfermare due questioni: la qualità dei servizi e il destino delle donne e degli uomini che lavorano nelle ditte in appalto. Ecco le due coordinate per continuare a condurre l’iniziativa verso le pubbliche amministrazione, il sistema delle imprese e nel settore privato dove sempre crescenti sono le criticità derivanti da esternalizzazioni e terziarizzazioni. Abbiamo però bisogno di dare ulteriore linfa a quanto, sugli appalti, abbiamo scritto nel documento congressuale, così come dobbiamo ancora lavorare sul carattere confederale di questo tema”.
Infine, non poteva mancare un passaggio sulla corsa per la successione a Susanna Camusso alla guida della confederazione: “È sempre complicato gestirla, tanto più nella fase attuale di vita del nostro Paese. È legittimo, quindi che sulla proposta di Maurizio Landini, avanzata dal segretario generale e discussa nell’ultima sessione del comitato direttivo, possano esprimersi, assieme ai larghi consensi registrati, anche valutazioni ed opinioni diverse nella nostra organizzazione. Si tratta di una ricchezza che va valorizzata, nel sostenere la proposta e il percorso contenuti nell'ordine del giorno del direttivo dell’11 novembre scorso, con l'obiettivo di costruire una sintesi unitaria di tutto il gruppo dirigente, condizione importante per riproporre il protagonismo della Cgil nella situazione politica e sindacale che ci attende”.
All’assemblea sono giunti anche i saluti, in video, di Carlo Smuraglia, presidente emerito dell’associazione partigiana Anpi e di Gastone Malaguti, partigiano e storico dirigente Filcams. Nelle loro parole tutta la preoccupazione per un clima di odio e razzismio che, in un non così azzardato parallelismo, può portare a nuove forme di fascismo. “Il sindacato – ha detto Smuraglia – deve mettere in campo tutta la sua forza per combattere questa deriva, facendo valere i propri valori”.
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