“In queste ore si è dimesso l’amministratore delegato di Telecom, Marco Patuano. Le dimissioni arrivano a valle dell’acquisizione del 24,9% delle azioni da parte di Vivendi. È del tutto evidente che non siamo in presenza di un'acquisizione 'normale', trattandosi dell’azienda ex monopolista, che ancora oggi governa l’intera rete sui cui corrono tutte le informazioni del Paese”. Così commenta Michele Azzola, segretario nazionale Slc, la conferma delle dimissioni del manager.

“È la prima volta che in un paese europeo viene acquisita l’azienda di Tlc che detiene il controllo della rete. Negli altri paesi lo Stato controlla quote significative delle aziende omologhe: pertanto, è del tutto evidente che nessun investitore straniero possa aver neanche immaginato di acquisire Telecom Italia senza il consenso del Governo italiano”, continua il dirigente sindacale. Le dimissioni dell’amministratore delegato sono la conferma che il socio francese ha acquisito il pieno controllo dell’azienda. A questo punto, ci chiediamo quale sia la contropartita che ha consentito ai francesi la scalata su Telecom”.

“Il Governo Renzi ha l’obbligo di fare chiarezza – incalza l'esponente Cgil –. Ha l’obbligo di dire perché non ha consentito l’ingresso nel capitale sociale di Cassa depositi e prestiti, che avrebbe consentito di superare l’anomalia italiana, l’unico Paese a non essersi dotato di strumenti idonei per indirizzare e programmare lo sviluppo delle reti digitali. Deve spiegare perché l’ultimo biennio è stato trascorso a ragionare di “banda ultralarga” a tavolino, con un decreto mai approvato, la scesa in campo di soggetti sempre diversi e, nella realtà, uno sviluppo ancora non avviato.”  

“Cosa succederà ora dell’azienda? Il controllo della rete resterà di Telecom e l’azienda sarà protagonista della realizzazione della rete di nuova generazione? – si chiede il sindacalista –. Il gruppo dà lavoro ad oltre 100.000 persone, di cui 50.000 alle dirette dipendenze. Accordi raggiunti in segreto sugli assetti futuri delle telecomunicazioni, rischiano di generare migliaia di esuberi, che sarebbero diretta conseguenza e responsabilità delle decisioni assunte dal Governo. Già in queste ore, indiscrezioni giornalistiche parlano un ridimensionamento del personale per migliaia di unità”.

“È ora che il Governo, che pochi mesi orsono si è reso strumento di un’inutile mediazione sugli ammortizzatori sociali da applicare al personale, apra senza ulteriori ritardi un tavolo negoziale con tutti le parti coinvolte per spiegare quali politiche intende adottare. Telecom è, e resterà un’azienda strategica per il Paese: il Presidente del Consiglio non può gestirla senza la trasparenza necessaria, e in assenza di un dibattito pubblico che coinvolga tutti i soggetti interessati. Renzi si assume una grave responsabilità, poiché, a questo punto, eventuali tagli agli organici non potranno che essere imputati a lui e alle politiche del Governo”.