PHOTO
“Entro dicembre la Cgil metterà a punto una proposta di nuovo Statuto delle lavoratrici e lavoratori, compreso il lavoro autonomo, che andrà nella direzione dell’estensione dei diritti e del superamento della competizione tra lavoratori”. Questa la novità lanciata dal segretario generale della Fiom Cgil Maurizio Landini alla conclusione della manifestazione nazionale dei metalmeccanici che si è tenuta stamani a Roma. La proposta, ha aggiunto il leader sindacale, sarà “sottoposta in gennaio-febbraio all’approvazione o meno dei cinque milioni e mezzo di iscritti. In quell’occasione decideremo anche se lanciare un referendum abrogativo sul Jobs Act e su tutte le leggi sbagliate fatte da questo governo”.
Se l’idea dei terroristi era di chiuderci in casa, sappiano che non ci riusciranno
“Essere qui oggi è stata una grande prova di coraggio civile. Se l’idea dei terroristi era di chiuderci in casa, sappiano che non ci riusciranno, né oggi né domani né mai”. Ha iniziato così il suo discorso Landini, sotto una pioggia incessante che si è abbattuta su Roma, costringendolo a ridurre forzatamente il suo intervento: “La risposta al terrorismo non è la guerra, ma la pace, la democrazia e l’estensione dei diritti, ed è in nome di questi valori che siamo qui oggi”. Il segretario generale Fiom ha poi spiegato che se davvero si volesse combattere l’Isis “basterebbe smetterla di vendergli armi e di comprargli il petrolio, smetterla con tutti questi doppi giochi”. Dal punto di vista italiano, inoltre, occorre “dire no a ogni forma di razzismo, combattendo questa cavolata pazzesca che i migranti sarebbero uguali ai terroristi. E poi bisogna cancellare la legge Bossi-Fini, la tassa assurda sul permesso di soggiorno e dare il diritto di voto”.
Landini è poi passato alle questioni interne, per le quali la manifestazione era stata inizialmente convocata. “In questi giorni, nel silenzio più totale, il governo ha messo al Senato la fiducia sulla Legge di stabilità. Una Legge sbagliata, che non serve al paese, non crea lavoro, non mette in discussione i vincoli europei, non combatte l’evasione e la corruzione”, argomenta Landini. Per il leader sindacale “questo non sarebbe il momento di tagliare la spese pubblica, bensì di fare investimenti. Andando a prendere i soldi dove sono, introducendo quindi una tassa sui grandi patrimoni”. Il governo, invece, opera “tagli per più di 20 miliardi in tre anni, colpisce la sanità con una violenza senza precedenti, taglia perfino i patronati e le risorse per i rinnovi dei contratti nazionali. Una Legge di stabilità, insomma, che non ci farà uscire dalla crisi, ma aumenterà la disuguaglianza”. La Fiom e la Cgil, allora, avranno molto da fare nei prossimi mesi. “Dobbiamo rimettere al centro – dice Landini – il tema delle pensioni, ridiscutendo la follia realizzata dal governo Monti”, ossia la riforma Fornero, una legge “inaccettabile e sbagliata”. È necessario "ridurre l'età pensionabile e reintrodurre le pensioni d’anzianità, a partire dai lavori più pesanti, perché non tutti i lavori sono uguali ma dipendono dalla fatica che si fa”.
Sempre sul tema della previdenza, Landini afferma che “il sistema puramente contributivo non sta in piedi, non esiste in alcun paese europeo. Se vogliamo creare posti di lavoro, occorre mandare in pensione le persone e dare spazio ai giovani. È necessario, allora, assieme a Cgil, Cisl e Uil riconoscere gli errori fatti e, su questo tema, aprire una mobilitazione nel paese”. Una battuta, infine, per un tema di carattere più sindacale. “Siamo qui a Roma per il rinnovo del contratto nazionale, ma questo non è un problema soltanto nostro, ma di tutti i sei milioni di lavoratori senza contratto” ha concluso Landini: “Governo e Confindustria vogliono mettere in discussione l’esistenza del contratto collettivo nazionale, a questo i metalmeccanici hanno risposto riconquistando il tavolo della trattativa e approvando la nostra piattaforma per il rinnovo”.
La giornata
“Il governo ha dato un messaggio giusto, cioè quello di avere scelte precise sulla sicurezza a partire da Roma, dalla gestione del Giubileo e degli eventi che ci saranno, costruendo un giusto equilibrio tra sicurezza e non diffusione del panico”. A dirlo è il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, parlando con le agenzie di stampa a margine della manifestazione nazionale della Fiom in corso a Roma. Ha poi così concluso: “Poi credo che si debba fare di più, ma è l’Europa che deve prendere in mano la situazione, perché è la vera assente di questa lunghissima stagione”.
Radioarticolo1 (audio):
Comizio di Landini | Voci dal palco | Voci dal corteo
Intervista: le ragioni della Fiom
Dal palco una delegata della Cgt francese, Isabelle Eraux, saluta la piazza: «Tutta la Cgt e il popolo francese sono scioccati per questo attacco di morte. molti di noi hanno perso casi, amici e compagni di lotta. questi attentati perpetrati in luoghi di cultura e di vita attaccano tutte le religioni, le origini, e le nazionalità. Di anno in anno viviamo con un attentato ogni 15 giorni. Nessuna scusa. Nessuna giustificazione all’assassinio. La guerra non risolve niente. Al contrario, impoverisce ancora di più le popolazioni e questo è il terreno nel quale si sviluppa il terrorismo».
Tra i tanti temi della manifestazione della Fiom Cgil in corso a Roma, c’è anche quello dello sviluppo del Mezzogiorno. “Attualmente abbiamo 800 persone in cassa integrazione. È un momento di grande difficoltà per le aziende, che arrancano nel cercare di portare avanti i propri progetti” spiega Pasquale Marino, segretario della Cgil di Gioia Tauro, in una breve intervista con RadioArticolo1. “In linea con tutti gli altri governi precedenti, anche il governo Renzi parla di Sud solo con gli spot, ma in realtà non fa nulla. Occorre ripartire con investimenti pubblici e privati, e con un piano di infrastrutture che rimetta il polo di Gioia Tauro al centro dello sviluppo della Calabria”.
Parla Teresa Barbieri, dell’indotto Ansaldo, Lombardia. «Ci troviamo in una crisi che mette in discussione la nostra stessa sopravvivenza. Non riusciamo più a campare, ad arrivare a fine mese. Ci sono operai che non arrivano a mille euro al mese. È questa la cosa più importante, secondo me. Ma siamo in piazza anche per dire no alla guerra e al terrorismo. Dobbiamo creare un mondo di pace per i nostri figli».
“La Legge di stabilità non va bene, va cambiata. Anche perché quello che sta votando il Parlamento non ha il consenso del paese”. Così Maurizio Landini, segretario generale della Fiom Cgil, parlando con le agenzie di stampa nel corso della manifestazione nazionale in corso a Roma: “Penso che quando si fanno leggi sbagliate, come quelle sul lavoro e la scuola, dobbiamo anche pensare di arrivare, se necessario, a referendum abrogativi”. I metalmeccanici della Cgil sono in piazza anche per riconquistare il contratto nazionale di lavoro: “Il messaggio che deve arrivare a Federmeccanica è che c’è un sindacato rappresentativo che ha il mandato dei lavoratori e che sfida gli imprenditori sul cambiamento del paese, chiedendo di investire sul lavoro e di mollare la strada della riduzione dei diritti”. Landini, infine, ha detto che “se governo e Parlamento volessero fare una cosa seria, potrebbero defiscalizzare gli aumenti dei contratti nazionali. Questo sarebbe un modo per far ripartire l’economia e dare una risposta al problema salariale”.
Parla un delegato Lamborghini (da Radioarticolo1): «Abbiamo fatto un ottimo contratto aziendale. Ma abbiamo motivi per manifestare qua oggi. Il nostro contratto è legato al contratto nazionale per quanto riguarda gli aumenti salariali. E poi non vogliamo essere un’oasi felice in mezzo al deserto. Siamo a buoni livelli contrattuali grazie a una contrattazione forte nella regione. Senza contratto nazionale anche il nostro integrativo si esaurisce. Per questo siamo in piazza oggi».
Fortissima è la rappresentanza, quasi in testa al corteo, dei lavoratori metalmeccanici di Modena. “Non è bello ciò che è bellico, ma è bello ciò che è pace” recita lo striscione (con un divertente e incisivo gioco di parole) che apre il loro spezzone, facendo quindi un chiaro riferimento alla parole d’ordine contro la guerra. Subito dopo colpisce l’attenzione un gigantesco lenzuolo, dalle misure di 3x5 metri, con su scritto “Il valore del lavoro, il rispetto degli accordi”. Spiega Cesare Pizzolla, segretario generale della Fiom Cgil modenese: “Il primo striscione, quello sulla guerra, lo abbiamo preparato nelle ultime ore. Il secondo, invece, è da vent’anni che lo portiamo in piazza, ma è sempre attuale”. A Modena, aggiunge Pizzolla, la “contrattazione aziendale va a rilento, anche se qualche accordo siamo riusciti a firmarlo. Ora, assieme a Ferrara e Bologna, abbiamo costituito un tavolo regionale per discutere i problemi determinati dal Jobs Act. Alla faccia di chi dice che noi della Fiom con contrattiamo”.
Appuntamento a Roma per la Fiom. Il corteo è partito da piazza della Repubblica verso piazza del Popolo. Una manifestazione nata per rivendicare il diritto al lavoro, al contratto, ma che dopo i fatti di Parigi si allarga alla difesa dei principi di pace e umanità. Al centro della piazza, cinque giovani extracomunitari tengono alto sulla propria testa un lungo striscione: si legge “Siamo venuti dalla guerra e vogliamo la pace”, ed è firmato “Rifugiati di Brescia”. Oguno di loro, infatti, nell’altra mano tiene una bandiera della Fiom bresciana. La loro presenza al corteo rappresenta la sintesi migliore dello spirito dell’iniziativa indetta dalla Fiom: contro il terrore e la guerra, e per il diritto al lavoro. “Sono profughi veri” puntualizza una giovane delegata della Om: “Alcuni di loro sono fuggiti dalla fame e dalla morte certa, e per essere qui oggi hanno vissuto esperienze che non vorremmo augurare a nessuno”.
"Dopo i fatti di Parigi abbiamo valutato e abbiamo ritenuto che era assolutamente necessario confermare la manifestazione e naturalmente farla diventare una manifestazione che dicesse esplicitamente no al terrorismo e alla cultura della guerra”. Così il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, ha spiegato ieri i temi della manifestazione.
“La sfida che si pone oggi al sindacato è quella di ricostruire una propria funzione storica attraverso la democrazia e il rapporto con i lavoratori. È quello che faremo anche con la manifestazione nazionale di Roma”. A dirlo è Daniele Calosi, segretario generale della Fiom Cgil di Firenze, in una conversazione con l’edizione locale del quotidiano La Repubblica. “Di fronte ai fatti tragici che hanno sconvolto Parigi venerdì scorso, le ragioni per scendere in piazza e manifestare non solo rimangono, ma aumentano, rendendo necessario condannare gli atti terroristici ai quali risponderemo con la democrazia” spiega Calosi: “Ciò non dovrà comunque distogliere l'attenzione dalle politiche sbagliate che questo governo sta portando avanti. Gli otto pullman in partenza da Firenze sono confermati e gli obiettivi restano quelli di cambiare la Legge di stabilità e rinnovare il contratto dei metalmeccanici. I diritti si difendono pretendendoli e noi lo faremo portando alta la bandiera della Fiom, insieme a quella della pace”.