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E' atteso oggi in Cdm l'ok definitivo ai primi decreti attuativi del Jobs act: nuovo contratto a tutele crescenti e ammortizzatori. Sempre oggi è atteso il Ddl concorrenza con nuove liberalizzazioni, che interesseranno librai e notai. Ancora un rinvio, invece, per il pacchetto di misure fiscali che il ministero dell'economia aveva già preparato.
Nell'incontro con i sindacati di giovedì 19 febbraio, è stato spiegato che si allargherà il lavoro accessorio, verrà penalizzata la parte formativa dell'apprendistato, verrà introdotto un part-time debole che assorba l'intermittente, che la somministrazione rimane così com'è ed anche il lavoro a chiamata. Per la Cgil, “è un bene abolire le associazioni in partecipazione, per le quali abbiamo in piedi centinaia di vertenze ed abbiamo fatto accordi in questi anni per stabilizzare quei lavoratori soprattutto di grandi marchi, quanto al job sharing, l'effetto della soppressione non avrà neanche rilievo statistico visto che non viene praticamente utilizzato”.
Sulle collaborazioni il tema è più controverso: è stato spiegato che quelle in essere non vengono interrotte, per il futuro il ministro Poletti ha detto testualmente 'vogliamo fermare le collaborazioni a progetto' ma nulla si è detto delle collaborazioni coordinate e continuative nel pubblico impiego che sono la maggioranza. Allo stesso tempo però, fa sapere Serena Sorrentino, segretario nazionale Cgil, “il ministro ha aggiunto anche che il governo, superando le collaborazioni, sta studiando una forma di lavoro autonomo che possa sostituirle”. Secondo la Cgil, “se l'intento è quello di ridurre la precarietà ci vuole più coraggio, se da domani ci sarà qualche forma contrattuale in meno sarà frutto delle lotte dei lavoratori e dei precari che in questi anni hanno reso la politica consapevole dell'urgenza di intervenire, ma c'è molto da fare sul terreno del riconoscimento dei diritti. Se si cambia solo nome a quello che c'è, la svolta annunciata ci sembra lontana”.
Il Jobs Act era nato con i migliori propositi: affrontare la piaga della precarietà eliminando la linea di divisione tra lavoratori di serie A e di serie B, obiettivi condivisi e sostenuti dalla Cgil. Si è rilevato però col tempo “un provvedimento che indebolisce la funzione della contrattazione, con effetti devastanti sul piano sociale”.
Ai toni trionfalistici del premier Matteo Renzi, fa eco l'Ocse, che ieri aveva promosso le riforme italiane, Jobs Act in primis, ma avvertendo: vanno attuate in pieno per rilanciare crescita e occupazione. E il segretario generale Angel Gurria conferma l'apertura di credito a Roma annunciando, a sorpresa, il rialzo delle stime sul pil (+0,6% nel 2015 da 0,4% e +1,3% nel 2016). L'Economic Survey 2015 non poteva essere più roseo per l'Italia, seppur tra moniti e note dolenti di vecchia data.
Per Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, però, “l'Ocse detiene il record delle previsioni sbagliate". In Friuli ad un convegno della Cgil sul reddito di base, Camusso ha commentato le valutazioni. “Abbiamo visto le dichiarazioni di Gurria sulla crescita dell'Italia e le abbiamo confrontate con quelle degli anni scorsi - ha detto Camusso -. Possiamo dire che l'Ocse detiene il record delle previsioni sbagliate. Quindi non mi fiderei troppo di quelle previsioni”.
"Sul tema del lavoro il Governo va nella direzione sbagliata", continua Camusso. Alla richiesta di un commento sui decreti attuativi del Jobs act oggi all'attenzione del Governo, Camusso ha detto che "il Governo va nella direzione del tutto sbagliata. Come sarà evidente anche dal Consiglio dei ministri di oggi - ha proseguito Camusso - l'unico risultato sarà quello di aver liberalizzato i licenziamenti, di aver deciso che il rapporto di lavoro invece di essere stabilizzato sia frutto di una monetizzazione crescente. Non credo quindi - ha proseguito,il segretario generale della Cgil - che questa sia la risposta che si aspetta un Paese che continua ad avere una disoccupazione altissima, che non ha prospettive per i giovani e che invece di facilitare i licenziamenti dovrebbe costruire soluzioni per il lavoro".