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Venerdì 30 novembre il decreto sull'Ilva sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri. E' quanto si apprende al termine della riunione a Palazzo Chigi, per discutere sul futuro dello stabilimento siderurgico di Taranto. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio, Mario Monti. "Non possiamo permetterci - ha detto Monti - di dare un'immagine dell'Italia dove non sia possibile conciliare la tutela dell'occupazione e il rispetto della magistratura, la tutela dell'ambiente e la produzione dell'acciaio".
Mentre all'interno si teneva la riunione, fuori si è svolta la protesta dei lavoratori Ilva. Questi sono arrivati a Roma e hanno raggiunto Piazza Montecitorio, dopo un breve percorso per le vie del centro. Il corteo ha deviato per raggiungere la piazza antistante la Camera, dando vita a una dura contestazione contro i politici.
Se non riprende la produzione a Taranto, il destino di tutti gli stabilimenti Ilva "è segnato". Lo ha affermato il presidente, Bruno Ferrante, nel suo intervento al tavolo. "Genova può continuare a vivere ancora per una settimana, Novi Ligure per due settimane, Racconigi per tre", ma in breve tempo "tutto l'indotto può crollare". "Stiamo preparando un piano industriale con nuovi investimenti", ha aggiunto.
Il governo deve "garantire che gli interventi di bonifica siano fatti". Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Il segretario ha sottolineato la necessità di "coniugare salute e lavoro, ma anche la fiducia dei cittadini e lavoratori nei confronti dell'Ilva". E ancora: "Serve una responsabilità pubblica - a suo avviso -, che si assuma la responsabilità per il futuro al di là di quello che farà la proprietà".
Sulla stessa linea Angeletti e Bonanni. Per il segretario della Uil l'ilva "sta per diventare una tragedia dal punto di vista occupazionale ed economico e si rischia di distruggere la credibilità del paese". Il segretario cislino ha definito "giusto" il dl per rafforzare l'Aia e ha invitato a "sostenere il reddito dei lavoratori".
Ha sottolineato la gravità della situazione anche il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Sul caso Ilva "l'Italia si gioca il suo futuro industriale e manifatturiero", ha detto.
Il decreto non è stato consegnato alle parti, ma l'Ansa ne anticipa la bozza. Secondo il testo, i provvedimenti di sequestro incompatibili con l'attuazione dell'Aia (Autorizzazione integrata ambientale) "perdono efficacia". Viene autorizzata la prosecuzione dell'attività produttiva e commerciale, per il periodo di validità dell'Aia stessa, salvo inosservanze all'autorizzazione integrata ambientale. La gestione degli impianti resta all'Ilva.
Verrà nominato un garante per vigilare sull'attuazione del decreto. Lo stesso garante si avvarrà dell'Ispra e ascolterà un comitato dei lavoratori dello stabilimento di Taranto, in cui sono rappresentate tutte le aree produttive. Questo un altro passaggio della bozza.