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“L'approvazione in Consiglio dei ministri del disegno di legge contro il caporalato è sicuramente un passo importante. Anche se si tratta di un ulteriore ddl, mentre noi avevamo chiesto la decretazione di urgenza. Il governo ha invece deciso questo percorso, e per noi comunque va bene. Purché adesso il disegno di legge venga approvato in tempi rapidi”. E' quanto ha detto Stefania Crogi, segretario generale della Flai Cgil, ai microfoni di Fare Flai, su RadioArticolo1.
Il testo contro il lavoro nero approvato dal Cdm, in effetti, recepisce le proposte da tempo avanzate a politica e istituzioni dal sindacato, e supportate dalla mobilitazione dei lavoratori del settore. Il ddl prevede tra l'altro, il coinvolgimento dei centri per l'Impiego e degli uffici immigrazione per un collocamento in agricoltura finalmente legale e trasparente. “Reputo che sia un fatto importante – ha continuato Crogi – perché vuol dire che il governo si è reso conto, dopo tutto quello che è successo quest'estate e dopo tutte le mobilitazioni che abbiamo messo in campo, che l'emergenza non poteva spegnersi con lo spegnersi della bella stagione. Ma che bisognava debellare, una volta per tutte, la piaga del caporalato. In questo ddl ci sono i punti che per noi erano rimasti in sospeso dopo la creazione della rete del lavoro agricolo,grazie all'incrocio della banca dati dell'Inps con gli elenchi anagrafici, di “Campo libero” (un piano di azioni per l'agroalimentare italiano lanciato dal governo nel 2014 ndr). Ora, finalmente, questa rete potrà convenzionarsi con gli uffici del pubblico impiego e con i centri per l'immigrazione, e quindi si potrà incrociare la domanda e offerta di mano d'opera solo nei centri per l'Impiego pubblici, quindi in maniera trasparente”.
“In questo disegno di legge ci sono tutti gli ingredienti della nostra ricetta – ha continuato la sindacalista -. C'è la possibilità di convenzionarsi con i trasporti pubblici, ci sono gli indici di congruità, che sono gli indici in base ai quali riusciamo a capire realmente se c'è manodopera in nero o meno, e c'è la mensilizzazione, che è la dichiarazione della manodopera occupata da parte delle aziende. Quindi ci sembra davvero un passo avanti importante, che speriamo sia pronto nel giro di pochi mesi.” Eppure, secondo la Flai, al disegno di legge manca ancora “la convenzione anche con le Cisoa, i comitati per la cassa integrazione, per le avversità atmosferiche, per la pioggia, etc. Perché sono quelli i luoghi dove il sindacato potrà controllare cosa avviene realmente, se viene rispettato il diritto di precedenza e se tutto avviene in maniera trasparente”.
Il testo varato dal governo, tra l'altro, fa parte del percorso in cui si inseriva la proposta di legge di iniziativa popolare “Io riattivo il lavoro”, approvata l'11 novembre alla Camera dei deputati. “La Cgil e la Flai – ha concluso Cgrogi - hanno sposato questa proposta di legge popolare perché partiva da un concetto di ripristino di legalità e di produttività dei beni confiscati alla criminalità organizzata. C'è infatti un vulnus nella legge Rognoni-La Torre, perché quando si sequestra un bene, soprattutto se si tratta di un terreno agricolo, passano mesi prima che possa essere riassegnato. In questo modo i lavoratori non usufruiscono di ammortizzatori sociali, mentre il terreno agricolo deve essere coltivato subito per essere davvero produttivo. Con la legge 'Io riattivo il lavoro', tutto questo si supera. Ci sono tempi rapidi, linee di credito certe con le banche, ci sono gli ammortizzatori sociali, e quindi la possibilità di dimostrare che non è la mafia a dare lavoro ma la trasparenza e la legalità, lo Stato con la S maiuscola. Il ddl del governo, ora, è un ulteriore passo in avanti.”