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Come annunciato da tempo, Luca Visentini è stato eletto oggi, al termine dei lavori del XIII congresso – che si è tenuto a Parigi a partire dal 29 settembre – segretario generale della Ces (la Confederazione europea dei sindacati), mentre Rudy de Leeuw è il nuovo presidente. Nell’occasione, sono stati adottati un nuovo Manifesto e un programma d’azione 2015-2019 all'insegna dello slogan: “Per lavori di qualità, per i diritti dei lavoratori e per una società più giusta”.
Il congresso della Ces ha anche eletto due nuovi vicesegretari generali, Veronica Nilsson (Svezia) e Peter Scherrer (Germania), e quattro segretari confederali: Liina Carr (Estonia), Esther Lynch (Irlanda), Monserrat Mir Roca (Spagna ), Thiébaut Weber (Francia).
Visentini, italiano, ha lavorato nella Uil per oltre 20 anni, dal 1989 al 2011, quando è stato eletto segretario confederale della Ces. Rudy de Leeuw è il presidente del sindacato belga Fgtb. Tra i punti principali del programma Ces e del Manifesto ci sono: priorità alla crescita economica e nuovi posti di lavoro, un nuovo dialogo sociale e una nuova legge europea per mettere i lavoratori nei consigli di amministrazione europei, diritti sociali più forti, tra cui la libera circolazione dei lavoratori, sostenuti dalla parità di retribuzione per tutti coloro che fanno lo stesso lavoro nello stesso ambito aziendale, la solidarietà con i lavoratori migranti, il rafforzamento del coordinamento delle politiche sociali, fiscali e del mercato del lavoro tra gli Stati membri, in particolare nella zona euro.
“Veniamo da uno dei periodi peggiori della storia sindacale europea – ha detto in conclusione del congresso Visentini –. La missione per il prossimo mandato sarà quella di continuare a resistere agli attacchi ai sindacati e quella di cambiare la fase negativa in cui ci troviamo, per portare risultati concreti per i nostri membri”. “Non ci può essere lavoro di qualità e la creazione di posti di lavoro, o alti livelli di benessere e di protezione sociale – ha proseguito il neosegretario della Ces –, senza stimolare l’economia e ripristinare la crescita sostenibile. Per questo, abbiamo bisogno di investimenti e di contrattazione, oltre a più forti poteri per i sindacati”.