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Il giudice del lavoro di Milano, dottor Antonio Lombardi, ha dichiarato illegittimo il trasferimento dei due cosiddetti “rami di azienda” con cui Ibm Italia cedeva, nel dicembre 2015, circa 300 lavoratrici e lavoratori a Modis, società del gruppo Adecco. Questa è la terza sentenza favorevole, sicuramente molto significativa anche perché arriva a due anni dalla cessione e riguarda 36 lavoratori tra i centinaia che hanno intentato causa all’azienda.
Ibm viene quindi condannata all’immediato ripristino dei rapporti di lavoro con i dipendenti illegittimamente ceduti, alle medesime condizioni contrattuali normative e retributive. Il dispositivo condanna inoltre Ibm e Modis al pagamento delle spese legali. “Siamo sempre stati convinti – dichiarano Roberta Turi, della segreteria nazionale Fiom, Marco Mandrini, della segreteria della Fiom di Milano, e Giovanni Sozzi, difensore dei lavoratori ricorrenti per conto della Fiom di Milano – che la cessione di ramo di azienda operata dalla Ibm Italia alla Modis Italia, società del gruppo Adecco, non potesse essere legittimamente considerata tale. L'operazione di cessione riguardava lavoratori addetti ad attività diverse, senza alcun effettivo legame funzionale tra loro, indissolubilmente legati al ciclo produttivo di Ibm. Il giudice ha confermato il nostro parere. Si è trattato di una espulsione 'mascherata' di lavoratrici e lavoratori, dei quali Ibm voleva liberarsi.”
“Questa ulteriore sentenza – continuano – è una buona notizia anche per gli altri lavoratori che hanno impugnato e che andranno a sentenza nei prossimi mesi. Ibm deve capire una volta per tutte che la stagione delle ristrutturazioni selvagge è finita. D’ora in poi – concludono – dobbiamo condividere percorsi finalizzati alla salvaguardia dei posti di lavoro utilizzando tutti gli strumenti previsti dalla legge e dal contratto nazionale. È necessario, a tal fine, favorire piuttosto la formazione continua e la riqualificazione del personale, anche alla luce del fatto che Ibm si propone come motore dell’innovazione per favorire la trasformazione digitale.”