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Altri 290 esuberi alla Ibm Italia. I rumour degli ultimi mesi sono stati confermati, con l’annuncio della multinazionale americana dell’apertura della mobilità per dirigenti (190 persone), impiegati e quadri (100). “A meno di tre mesi di distanza dalla cessione a Modis di 300 lavoratrici e lavoratori, avvenuta alla fine dello scorso anno, che ha prodotto oltre 200 impugnazioni legali solo della Fiom, Ibm dichiara ulteriori esuberi” spiega una nota dei metalmeccanici Cgil. Il piano di riorganizzazione aziendale, che secondo le intenzioni dovrebbe essere chiuso entro marzo, colpisce particolarmente le sedi di Segrate (con 157 esuberi), Roma (90) e Torino (18).
“Il governo non può continuare a ignorare la questione Ibm, sono mesi che chiediamo un tavolo di confronto al ministero” commentano la segretaria nazionale Fiom Cgil Roberta Turi e il coordinatore Fiom per Ibm Marco Mandrini: “È necessario e urgente che intervenga il ministro allo Sviluppo economico Federica Guidi, poiché l'indifferenza del governo sulla vicenda significherebbe un implicito avallo alla politica della multinazionale americana”. Il prossimo appuntamento con le rappresentanze sindacali è fissato per venerdì 18 marzo: “Questa settimana – concludono Turi e Mandrini – verranno convocate le assemblee in tutte le sedi del gruppo, per rispondere all'ennesimo attacco occupazionale ed evitare i licenziamenti unilaterali, anche attraverso giornate di sciopero e altre iniziative di lotta”.