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Manifesteranno domani in 5 città italiane (Milano, Bologna, Reggio Calabria, Napoli, Cagliari) per poi ritrovarsi il 28 aprile a Roma, per chiedere il riconoscimento del loro lavoro e della formazione acquisita. Sono i 2.650 ex cassintegrati, lavoratori in mobilità e disoccupati che dal 2010 svolgono tirocini formativi negli uffici giudiziari. Uno strumento improprio, il tirocinio, per personale che opera a tutti gli effetti in servizi essenziali al funzionamento dei tribunali, supplendo alla grave carenza d'organico di un comparto che sconta un deficit di 9.000 unità. Il prossimo 1° maggio rischiano l'espulsione dal sistema giustizia dopo 5 anni di collaborazione con retribuzioni da fame.
"Lo Stato ha investito in cinque anni risorse per formare i tirocinanti, presumibilmente in vista di un inserimento stabile, ma non dà loro alcuna prospettiva a partire dall'1 maggio". Lo ha detto il segretario confederale della Cgil, Gianna Fracassi.
"Ci sono donne e uomini che fanno un lavoro e per questi chiediamo un riconoscimento, con contratto e regole a cui uniformarsi". Così il segretario nazionale della Fp Cgil, Salvatore Chiaramonte: "I tirocinanti svolgono funzioni che servono al sistema giustizia, rendono più efficaci i servizi ai cittadini. Chiediamo un salto di qualità, il loro diventi un rapporto di lavoro vero. Non vogliamo la luna: ci piacerebbe un contratto a tempo determinato. Sulla traduzione contrattuale, poi, vigileremo con attenzione".
Per il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, "il problema è come si discute di occupazione in questo paese, se il lavoro è una priorità oppure no. Qui si sta costruendo un mostro: invece di dare una prospettiva di lavoro alle persone, in un settore critico come la giustizia, si tenta di contrapporre i lavoratori tra loro, si utilizza il dramma della disoccupazione per innescare una guerra tra poveri e lotta al ribasso".
I tirocini, frutto di convenzioni stipulate dalle amministrazioni giudiziarie con Province e Regioni, sono stati attivati prima nel Lazio e poi in altri territori: intese sono state siglate in Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Campania, Calabria, Abruzzo, Marche, Sardegna, Umbria, Basilicata, Molise, Sicilia e Puglia. L'obiettivo era quello di garantire la prosecuzione delle attività negli uffici giudiziari, tamponando la gravissima situazione di carenza di organico del comparto. Ad oggi, infatti, vi sono circa 9.000 posti scoperti in tutto il territorio nazionale, con punte del 30% in alcuni grandi uffici: un quadro talmente pesante da escludere dai tagli della spending review l'Organizzazione Giudiziaria.
I tirocinanti sono stati di fatto inseriti nel ciclo lavorativo e hanno affiancato a tutti gli effetti il personale interno, come più volte riconosciuto dai presidenti dei Tribunali, dai procuratori e dal Primo Presidente della Corte di Cassazione. A provarlo è la documentazione che attesta la loro partecipazione alle attività lavorative - dai moduli di richiesta ferie, negate ed autorizzate, alle firme sullo scarico dei documenti, sul ritiro della corrispondenza e sui transiti negli archivi – e la presenza negli sportelli aperti al pubblico.