I ricordi nella mia mente corrono veloci, ma voglio soffermarmi su alcuni di essi a testimonianza di chi ha sempre lavorato tenacemente (come d'altronde migliaia di altri colleghi), non perdendo mai di vista la conservazione del proprio posto di lavoro dettato non solo dagli obiettivi produttivi, dai target imposti, dai goal da raggiungere, ma anche dal sostentamento della famiglia, dal miglioramento culturale dei propri figli ed infine anche dallo status sociale.

Episodi: una volta quasi al termine di un turno notturno, mi ferii alla testa a tal punto che dovetti ricorrerre al pronto soccorso. Il medico di turno, visionando  la mia ferita (ed io preoccupato perchè lo viddi quasi in fase Rem), mi diede gli auguri dicendomi d'essermi guadagnato 5(cinque) punti di sutura.Il giorno successivo ero sul posto di lavoro nonostante ciò per non gravare sul gruppo di cui facevo parte. In altra occasione ho rischiato letteralmente la vita.

Questi episodi potrebbero far pensare ad una mia incoscienza e/o disattenzione, ma ti assicuro che non è così. Era tutto votato alla parossistica produzione, che non dava motivo di riflettere nel momento in cui essa lo necessitava. Concludo dicendoti che c'è una ferita che non riesco a far rimarginare, che si riapre quando si attacca l'Art. 18 per svuotarlo del contenuto, quando penso ai contratti separati che mortificano il già impoverito salario, quando penso alle deroghe della Legge 626 inserite nel decreto mille proroghe e soprattutto quando ascolto lavoratori come me, tanto che appartengo al settore pubblico che al privato dire che hanno votato per il Pdl !!!!!

Saluti, Vincenzo.