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Clima sempre più teso alla Hypo Alpe Adria Bank. L’istituto di credito, di proprietà del ministero delle Finanze austriaco, dopo aver annunciato il 12 settembre scorso 110 esuberi (su 280 dipendenti complessivi) ha respinto per l’ennesima volta l’invito di Fabi, First Cisl e Fisac Cgil ad aprire al ministero dello Sviluppo economico un tavolo di confronto per la gestione della vertenza, suscitando le proteste di governo e Regione Friuli Venezia Giulia. Intanto, un primo incontro sui licenziamenti collettivi tra banca e sindacati è stato fissato per oggi (venerdì 7 ottobre) a Travagnacco (Udine).
Hypo Bank ha negato a esperti delle istituzioni italiane di assistere i sindacati nella gestione della trattativa, possibilità espressamente prevista dalla normativa sui licenziamenti collettivi, imputando a ministero e Regione “il ruolo di tutela e di assistenza di una sola parte coinvolta nel confronto”. La risposta italiana non si è fatta attendere: per il dicastero allo Sviluppo economico la posizione della banca è “un incomprensibile tentativo di delegittimare l'importante ruolo di mediazione svolto dalle istituzioni”, mentre la presidente della Regione Debora Serracchiani ha parlato di “immutata tracotanza” e di “intento delegittimante”, sottolineando come “la partecipazione a tavoli di questo genere è ordinaria e mai soggetta a interdizione, proprio perché è riconosciuto il ruolo terzo dell'istituzione”.
Il piano degli esuberi sta dentro un progetto di ridimensionamento dell’istituto di credito in Italia, che ha visto di recente la cessione di sette filiali su 26 (Bergamo, Verona, Vicenza, Schio, Modena e due a Brescia) e dell'intero portafoglio mutui alla Banca Valsabbina. I sindacati chiedono “un urgente intervento governativo, affinché venga accertata da Banca d'Italia la correttezza delle procedure di spoliazione di Hypo Bank da parte del governo austriaco e garantita una continuità aziendale e il salvataggio anche per il tramite del Fondo Atlante”. Il segretario generale Fisac Cgil Friuli Venzia Giulia Mattia Grion, in particolare, sottolinea “l'utilità di cercare un acquirente che compri in blocco la banca, anche se al momento questa soluzione non è condivisa dall'azienda” e rimarca l'appello alle istituzioni e alla Banca d'Italia “che sovraintenda e controlli, anche perché tutti questi licenziamenti potrebbero poi costituire un precedente nel panorama bancario”.