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Sono giunti a Roma da tutto il territorio nazionale, migliaia di lavoratori della Vigilanza Privata e dei servizi fiduciari oggi in sciopero. Alla manifestazione nazionale organizzata a Roma da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno preso parte in tanti e nei posti di lavoro l’adesione allo sciopero è stata di circa dell’80 per cento, una partecipazione straordinaria. “Finalmente siamo di nuovo a Roma dopo tanti anni e siamo davvero tanti”, afferma Sabina Bigazzi che segue il settore per la Filcams Cgil nazionale. “La grande presenza di oggi, ci convince ancor di più che dobbiamo proseguire la strada intrapresa, continuando a sostenere le nostre rivendicazioni nei confronti delle imprese e delle istituzioni”. Ora inizia una nuova fase di mobilitazione, che vedrà i lavoratori e i sindacati coinvolti per mettere in capo altre forme di lotta: “Questa è la nostra forza", conclude Bigazzi.
Il contratto è scaduto da oltre due anni e le proposte dei datori di lavoro puntano decisamente a ridurre diritti e garanzie. Per le guardie giurate italiane la misura è piena: da qui la decisione di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil di proclamare per oggi (venerdì 4 maggio) lo sciopero generale di 24 ore del settore della vigilanza privata e dei servizi fiduciari per rivendicare il diritto al rinnovo del ccnl e per condizioni normative e salariali dignitose. Per le guardie giurate dei servizi aeroportuali l’astensione dal lavoro sarà di quattro ore. In concomitanza con lo sciopero si tiene anche una manifestazione nazionale a Roma, dove sono attesi circa 4 mila lavoratori: l’appuntamento è alle ore 10 in piazza Santissimi Apostoli.
“Lo sciopero generale è l’unico ed estremo atto di contrasto alle posizioni delle associazioni datoriali, volte a ridurre drasticamente diritti e garanzie attualmente previsti dal ccnl, scaduto il 31 dicembre 2015” spiega una nota della Filcams Cgil nazionale. L’elenco delle richieste sottoposte ai sindacati da istituti e imprese “contiene elementi che, se fossero accolti, farebbero retrocedere le condizioni materiali delle lavoratrici e dei lavoratori del settore di decenni”.
Nonostante le esigenze di sicurezza siano in aumento, rimarcano i sindacati, la tendenza diffusa “è quella di contenere il costo del lavoro con gare sempre più al ribasso, indette persino dalla pubblica amministrazione, e corrispettivi inferiori alla retribuzione oraria prevista dal contratto nazionale. Così la concorrenza sleale si scarica sulla pelle dei lavoratori, nel ‘silenzio’ delle autorità competenti”. Per Filcams, Fisascat e Uiltucs la sicurezza “si garantisce solo se gli addetti della vigilanza privata possono lavorare in condizioni dignitose e consone al rischio che devono prevenire, con un salario giusto e dignitoso”.
Ma cosa chiedono le imprese? L’estensione a 45 ore dell’orario normale di lavoro per le guardie impiegate nei servizi di vigilanza fissa, l’abbattimento della durata oraria settimanale minima del part-time, la riduzione del periodo di comporto utile ai fini della conservazione del posto di lavoro, la compressione delle modalità di fruizione dei permessi della legge 104/92 e il superamento della copertura economica dei primi tre giorni di assenza per malattia. Tutti elementi, argomenta la Filcams, orientati a “spogliare le lavoratrici e i lavoratori di tutele, garanzie e diritti conquistati a prezzo di sacrifici, lotte e mobilitazioni”.
Infine, sul tema del cambio di appalto, posto con forza dai sindacati “alla luce dei problemi vissuti in questi ultimi anni, la risposta consegnataci – scrive la Filcams – antepone una pregiudiziale legale che indebolirebbe ancor di più le tenui tutele esistenti”. Da qui, dunque, la decisione di indire per oggi una giornata di mobilitazione nazionale, allo scopo di “rimuovere la cortina di silenzio e di disattenzione che caratterizza costantemente ciò che accade a una categoria quanto mai essenziale per garantire condizioni di sicurezza reale presso contesti e ambiti operativi contraddistinti da indici di rischio assai elevati”.