"Mancato pagamento degli stipendi che, nonostante le rassicurazioni del presidente del consorzio che leggiamo sugli organi di stampa, non sono stati ancora saldati ed altre violazioni al contratto. Ad oggi, mancano all’appello ancora tre mensilità per le guardie campestri di Andria: dicembre 2017, tredicesima e gennaio 2018. Tra poco, saranno addirittura quattro, essendo febbraio di 28 giorni. A tale situazione già denunciata, si aggiunge, come se non bastasse, un’altra serie di violazioni al contratto. Come prevede l’articolo 7 del ccnl per i dipendenti dei consorzi di vigilanza campestre della Bat, infatti, ai lavoratori dovrebbero essere concessi permessi retribuiti (durante il normale turno di lavoro) per le visite mediche indispensabili per il rinnovo del libretto per il porto d’armi, della licenza del porto d’armi e per le esercitazioni di tiro a segno". Così la Flai Bat in un comunicato.
"La Flai con tre Pec, la prima inviata quasi a metà gennaio ai vertici del consorzio, ha chiesto un incontro per discutere di tutte le varie questioni, ma, ad oggi, non ha ricevuto convocazione alcuna. “Siamo pronti ad attivare un contenzioso legale per tutelare i nostri iscritti, per recuperare le somme dovute e per esigere il rispetto del contratto di lavoro dei dipendenti. Di questa incresciosa situazione abbiamo informato anche il prefetto della Bat, la dottoressa Maria Antonietta Cerniglia, alla quale nei prossimi giorni chiederemo un incontro, se la situazione non dovesse rientrare e tali inadempienze contrattuali dovessero continuare ad esistere in un servizio utile a garantire la sicurezza delle campagne del territorio”, spiega il segretario generale Flai Bat, Gaetano Riglietti.
“In merito all’incontro che si è tenuto il 19 febbraio tra il presidente Zinni e i sindacati, di cui si parla nel comunicato diffuso dal consorzio, ci teniamo a precisare che la Flai non era presente per impegni presi in precedenza e non procrastinabili, e per tale ragione ha chiesto di rinviare il tavolo per potervi partecipare, in quanto organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa (il 40% degli addetti è nostro iscritto), ma a tale istanza non abbiamo ricevuto risposta. Il consorzio ha ritenuto comunque di organizzare l’incontro, ponendo nei fatti le basi per un atteggiamento discriminatorio e antisindacale nei nostri confronti. Anche da questo punto di vista, ci adopereremo affinché vengano rispettate le norme in materia di libertà sindacale”, annuncia il dirigente sindacale.