"Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil di Vicenza, le Rsu e i lavoratori degli stabilimenti Burgo S.p.A. e Mosaico S.r.l. del territorio vicentino, promuovono e sostengono l’iniziativa di mobilitazione nazionale decisa dalle Segreterie Nazionali del settore e dal Coordinamento Nazionale delle RSU degli stabilimenti e della sede di Burgo Group programmata per il giorno 28 Novembre 2014". È quanto si legge in una nota dei sindacati di Vicenza. 

Il gruppo Burgo conta complessivamente 4800 dipendenti in 11 stabilimenti più uno in Belgio e, nella provincia di Vicenza, operano circa 900 lavoratori (Lugo, Chiampo, Sarego e Altavilla Vicentina). In questi anni di crisi strutturale per l'intero settore cartario italiano, Burgo Group ha visto diminuire il proprio fatturato, pari a circa 2,3 Milioni di euro nel 2013 (- 8,4 % rispetto il 2012) e mantenere pressoché inalterato il proprio indebitamento attestato a poco meno di 900 milioni di euro.

"Le organizzazioni sindacali, insieme ai lavoratori - si legge ancora nella nota - si sono fatti carico di rilevanti sacrifici, riducendo i salari, aumentando la flessibilità della prestazione lavorativa con lo scopo di salvaguardare il posto di lavoro. Nonostante ciò, l'azienda non ha messo in campo alcun piano industriale o iniziativa di prospettiva per invertire la propria situazione se non procedere a tagli occupazionali".

Le uniche azioni intraprese da Burgo, sottolineano Slc, Fistel e Uilcom Uil di Vicenza, sono "la chiusura di stabilimenti e di linee produttive (tra cui ricordiamo le più recenti Mantova, Avezzano, Comecart) senza alcuna strategia condivisa con le Organizzazioni Sindacali e i Lavoratori, negando così una prospettiva industriale volta a risanare il gruppo e fortificarlo sui mercati".

"L'iniziativa di sciopero - spiegano ancora i sindacati - ha lo scopo di far sì che il tavolo presso il ministero dello Sviluppo Economico si riveli uno strumento efficace per discutere e concordare un piano industriale teso al rilancio del gruppo valutandone, al contempo, le eventuali ricadute in termini occupazionali". 

"Alle preoccupazioni che già coinvolgono migliaia di lavoratori rispetto al loro futuro e a quello delle loro famiglie, si aggiunge che, attraverso articoli apparsi su vari quotidiani di tiratura nazionale, siamo a conoscenza dell’esistenza di un progetto di riassetto finanziario del gruppo, concordato con le banche, che potrebbe riguardare possibili fusioni con soggetti esteri o dismissioni di stabilimenti, scaricando così, ancora una volta sui lavoratori e sulle loro famiglie, i costi del risanamento", scrivono i sindacati che chiedono, a questo punto, alla famiglia Marchi "che ha sempre creduto nell'azienda, al sistema creditizio che ha forti responsabilità e alla politica di assumersi l'onere di farsi attori propositivi e facilitatori di soluzioni industriali e finanziarie per la Burgo, condivise con il sindacato ed i lavoratori".