“Tsipras è ben consapevole della necessità di arrivare a compromessi con altre forze politiche in Grecia, e con i partner internazionali nell'Eurozona e nell'Ue. Quanto ai rischi di instabilità, sono molto più contenuti oggi che alla fine del 2009”. Sono le dichiarazioni rilasciate al Corriere della Sera del presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz.
Schulz afferma che l’iniziativa ora “dovrà arrivare dal nuovo governo greco. È chiaro però – aggiunge - che il dibattito dev'esserci: e dev'essere una negoziazione fondata su responsabilità e realismo, non ricatti, accuse e ultimatum”.
“Per esempio - continua Schulz -, ho detto a Tsipras che incentrare il dibattito sul taglio, piuttosto che dilazione del debito, potrebbe incontrare forti resistenze tra i leader Ue". “Credo che nell'Ue - osserva Schulz - si stia vivendo una nuova fase, dopo duri anni di sola austerità. Molti ormai capiscono che il rigore, senza investimenti e riforme strutturali, non può portare alla crescita. I piani Juncker e Draghi si inseriscono in un quadro più ampio che pone nuovamente la crescita al centro della governance dell'Unione. A questo tentativo, non facile, ma necessario, di sintesi tra diverse forze politiche e diversi Stati, Atene può dare un contributo”, “se invece - avverte - quello di Tsipras sarà un governo del 'no', rischierà di portare la Grecia in un vicolo cieco”.
Grecia: Schulz, quello di Tsipras non sia 'governo del no'
27 gennaio 2015 • 00:00