"Quante morti dovranno ancora avvenire a Rignano Garganico o nelle tante tendopoli d'Italia per convincerci che predisporre un'accoglienza ed integrazione dignitosa è l'unica via percorribile contro la vergogna dei 'ghetti'? Quello che è accaduto questa notte, dopo il parziale sgombero dell'altro ieri a Rignano Garganico, è inaccettabile e non si può derubricare ad incidente”. Lo dichiara la Flai Nazionale in una nota.
“I due lavoratori maliani carbonizzati stanotte nel girone infernale del foggiano interpellano la coscienza di chi non vuol vedere la sofferenza - prosegue il sindacato - né sentire il grido soffocato di tante lavoratrici e tanti lavoratori migranti che non hanno altra scelta che stiparsi negli accampamenti della disperazione. Le morti al ghetto sono morti annunciate, prevedibili ed evitabili. Non è accettabile che i migranti siano utilizzati come bestie da somma, sfruttate all'inverosimile nei campi, quindi funzionali a un certo tipo di economia produttiva contro la quale combattiamo da sempre, senza uno straccio di inclusione decorosa".
La Flai chiede "che fine ha fatto il Protocollo interministeriale del 28 maggio 2016, con le relative previsioni di interventi attivi ivi contenuti? E ci chiediamo quanto dovremo aspettare per quel Piano di accoglienza dei lavoratori stagionali che la Legge 199/2016 prevedeva di adottare entro 60 giorni dalla sua entrata in vigore! La nuova stagione di raccolta è alle porte e ancora non è stato predisposto nulla per l'accoglienza delle miglia di lavoratrici e lavoratori migranti che confluiranno anche questa estate nella Capitanata. Sgomberare i ghetti senza alternative per chi ci vive è miope. I due lavoratori maliani morti ieri chiedono a chi ha la responsabilità di agire subito e seriamente”.