Non può esistere “la sconfinata prateria di Internet dove tutto è permesso e niente può essere vietato”. Così il giudice di Milano, Oscar Magi, nelle motivazioni della sentenza che condanna tre dirigenti di Google per violazione della privacy, dopo che un filmato con un un minore disabile insultato in una classe era stato caricato sul motore di ricerca.
Google: sentenza, su web non tutto può essere permesso
12 aprile 2010 • 00:00