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Adesso è il turno della Lombardia, fra le regioni più importanti per il settore. Si fermano oggi (venerdì 1 dicembre) per otto ore i lavoratori della gomma-plastica, nell’ambito della protesta nazionale indetta a metà novembre da Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, articolata a livello territoriale. Una mobilitazione motivata dalla decisione della “Federazione delle aziende del comparto di procedere unilateralmente a trattenere 19,06 euro dai 30 euro di aumento sui minimi previsti dal Contratto nazionale al livello F, a partire dal gennaio 2018”.
Lo sciopero in Lombardia prevede anche l’organizzazione di alcuni presìdi davanti ai cancelli delle aziende più importanti. “La scelta della Federazione gomma plastica di non erogare l’aumento contrattuale previsto è grave perché non tiene conto degli impegni presi con il rinnovo del ccnl e delle relazioni sindacali instauratesi in questi anni” commenta Rosalba Cicero, segretaria generale della Filctem regionale: “È una scelta che impone un modello di governo del salario che, se confermata, mette in discussione l’esistenza stessa del contratto nazionale”. Per Cicero, la Federazione “deve tornare al tavolo di confronto per ricercare con i sindacati modalità e strumenti già sperimentati in altre verifiche del ccnl”.
La mobilitazione, dunque, è stata proclamata perché, a fronte di 30 euro di aumento che i lavoratori si attendevano a partire dal gennaio prossimo, come previsto dal contratto nazionale di settore siglato due anni fa, Confindustria ha dato indicazione alle aziende associate di procedere all’erogazione di soli 11 euro, riconoscendo di fatto solo l’aumento relativo all'inflazione reale. Per Filctem, Femca e Uiltec è “inaccettabile che si pretenda la restituzione senza le dovute verifiche, che devono rimanere all'interno degli istituti contrattuali. Non possiamo concedere che si calpestino le relazioni e che si affondi il ruolo del ccnl, mentre in azienda si continua a chiedere flessibilità e disponibilità al compromesso”.
Sulla questione si sono espresse anche le segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil (in una nota congiunta con i sindacati di categoria), respingendo “la posizione espressa dalla Federazione di settore, secondo la quale l'esito della verifica determina automaticamente gli effetti sugli aumenti contrattuali, così come previsti nell'ultimo rinnovo contrattuale”. Una posizione che “ha reso impossibile concludere il confronto per individuare soluzioni condivise, per l'attuazione della norma contrattuale”. Cgil, Cisl e Uil hanno sollecitato “la necessità di riattivare immediatamente il tavolo di confronto, per concludere la verifica già avviata e interrotta per le posizioni intransigenti della Federazione datoriale. Ciò anche per rendere più coerente il confronto in essere con Confindustria, per definire un modello condiviso di relazioni sindacali e di politiche contrattuali”.