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Il nuovo ministro dell'Istruzione, il leghista Marco Bussetti, deve fare chiarezza sulle politiche per la scuola e l'università. Gli studenti chiedono l'abolizione della cosiddetta "Buona scuola". È il messaggio che arriva dalle organizzazioni studentesche, dopo l'accordo di governo tra Lega e Movimento 5 Stelle, in attesa del giuramento previsto per oggi pomeriggio.
Nel contratto di governo si parla genericamente di superamento della legge 107, ma "ma non vengono indicate le misure specifiche, né le risorse finanziarie con cui investire in istruzione. Bussetti deve partire dalle proposte rivendicate in piazza dagli studenti di tutto il Paese". Lo dichiara Francesca Picci, coordinatrice nazionale dell'Unione degli Studenti. "Vogliamo l’abolizione della “Buona scuola”, condizione necessaria per ridare alle studentesse e agli studenti del Paese un’istruzione di qualità. Deve essere ridotto il monte ore obbligatorio di alternanza scuola-lavoro, mentre deve essere approvato dal Miur un codice etico per escludere dai percorsi di alternanza le aziende che violano i diritti dei lavoratori e danneggiano l’ambiente. Il primo passo del ministro Bussetti deve essere l’annullamento dell’accordo tra Miur e i campioni dell’alternanza, che porta migliaia di studenti ad essere sfruttati da Zara, Eni e altre multinazionali senza alcuna esperienza formativa".
Il nuovo ministro deve avviare un confronto reale col mondo accademico, per Andrea Torti, coordinatore nazionale di Link Coordinamento Universitario. "In questo momento - spiega - la situazione degli atenei è critica, oggi i docenti iniziano un nuovo sciopero degli appelli mettendo a rischio le borse di studio degli studenti. Bussetti deve dare risposte rapide e concrete alla comunità accademica, con nuove risorse finanziarie da investire sull’università tramite un progetto condiviso da docenti, studenti e ricercatori. Serve chiarezza sull’idea di università promossa da questo Governo: da una parte si parla di accesso universale ai più alti gradi di istruzione, dall’altra si conferma il sistema del numero programmato come metodo di selezione. Vogliamo l’impegno del Miur ad abolire il numero programmato, le risorse necessarie a garantire la didattica per tutte e tutti gli studenti, senza discriminazioni".
Giacomo Cossu, coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza, conclude: "Abbiamo presentato in campagna elettorale la piattaforma Free Education per l’istruzione gratuita e di qualità, il governo parta da queste proposte. Il contratto è infatti manchevole e in diverse parti contraddittorio. Su istruzione e cultura ci sono tanti bei principi ma poca sostanza, mentre sono molto dettagliate le politiche disumane come il rimpatrio di 500mila migranti verso Paesi dilaniati dalla fame e dalle guerre". Lega e Movimento 5 Stelle, insomma, "dovranno confrontarsi con le studentesse e gli studenti, se vogliono segnare un radicale cambiamento rispetto ai governi precedenti". E gli studenti avvertono: "Non staremo a guardare".