"Mentre monta la rabbia in tutta la regione, stamattina la direzione del San Camillo è stata lo scenario di una manifestazione spontanea. A scatenare le comprensibili ire degli operatori, le ricadute di una giustissima norma, che finalmente recepisce le direttive europee sull'orario di lavoro in sanità, e che entrerà in vigore domani. Il nostro Paese, infatti, era stato deferito alla Corte di Giustizia dalla Commissione Ue, perché non rispettava il limite di 48 ore settimanali, i riposi compensativi e altre disposizioni sull'orario di lavoro in sanità, a tutela della salute degli operatori e della qualità del servizio offerto ai cittadini. Così, in un comunicato unitario, Natale Di Cola, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini, segretari generali Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl di Roma e del Lazio.
Come era già stato denunciato alla Regione Lazio, per applicare queste norma sacrosanta le aziende, in carenza di personale, hanno intrapreso la strada peggiore: minacciano atti unilaterali. Avevamo chiesto alla Giunta regionale di farsi parte attiva per governare questo passaggio, ma purtroppo si è deciso di lasciare alle singole Asl la risoluzione del problema.
Senza un'immissione di personale sarà impossibile applicare quelle norme in modo equo. Va tenuto conto che parliamo di un settore in cui sono stati smaccatamente violati i diritti degli operatori sanitari e dei medici. Servono percorsi partecipati sui posti di lavoro e linfa nuova, assunzioni per rafforzare organici che non permettono sforzi ulteriori. Visto il caos e i malumori crescenti, ci aspettiamo un intervento con soluzioni eque ed efficaci da parte della Regione Lazio e l'apertura immediata di un confronto.