“Passi in avanti sul fronte dell’occupazione per il ministero della Giustizia nella manovra, frutto della mobilitazione che abbiamo messo in campo”. Ad affermarlo, la Fp Cgil nazionale, in merito - precisa - “all’emendamento della legge di Bilancio 2018, che permette 296 assunzioni di assistenti sociali per il nuovo Dipartimento di Giustizia minorile e di comunità”.
Su questo punto, infatti, ricorda la categoria della Cgil, “abbiamo promosso una campagna nel corso di quest'anno dietro le parole ‘#fuoriametà - l’altra pena, fuori le mura’ sull’esecuzione penale esterna e la giustizia minorile, illustrando attraverso le testimonianze di lavoratrici e lavoratori il delicato compito svolto dagli operatori del Dipartimento della Giustizia minorile e di comunità, denunciando allo stesso tempo le condizioni di lavoro e le difficoltà in cui si muovono, evidenziando però l’importanza dell’altra pena, quella che si sconta fuori dalle mura del carcere, più aderente al mandato costituzionale".
"Abbiamo così messo in luce - continua la Fp Cgil - le gravissime difficoltà in cui gli operatori lavorano a causa della mancanza di organico, nonché soggetti a carichi di lavoro insostenibili. Per queste ragioni, con l’emendamento approvato in legge di Bilancio, si va nella direzione da noi indicata, ovvero di potenziamento del sistema con l'immissione di nuovi assistenti sociali, come da noi fortemente richiesto”.
Inoltre, la Funzione pubblica Cgil commenta positivamente “l'emendamento per la riqualificazione delle figure tecniche e l'ulteriore previsione di 1.400 assunzioni, per le quali auspichiamo si vada a scorrere la graduatoria degli idonei al recente concorso di assistenti giudiziari. Un primo passo, seppur molto parziale, registriamo per la situazione dei tirocinanti della giustizia: la richiesta del ministero per 300 assunzioni, mediante reclutamento dalle liste dei Centri per l’impiego, con una corsia preferenziale per i tirocinanti degli uffici giudiziari può aprire la strada per la regolarizzazione di questi lavoratori".
"Comunque, vanno ricercate risposte per l'intera platea che vadano al di là del tirocinio formativo, che pure è stato ulteriormente prorogato per un anno, anche nell'ambito dei percorsi regionali che, come nel progetto da noi presentato, devono consentire una prospettiva a tutti i tirocinanti per una futura regolarizzazione anche in altre amministrazioni”, conclude il sindacato.