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Da tempo la Cgil palermitana ha acceso i riflettori sulle aree industriali di Carini, Termini Imerese e Brancaccio, preoccupati dalla desertificazione crescente del sistema produttivo dell’area metropolitana. Ed è nella zona industriale di Carini che lavoratori, sindacati, istituzioni e mondo pastorale si riuniranno oggi (venerdì 7 ottobre), precisamente al Centro direzionale ex Asi, per celebrare il primo Giubileo del mondo del lavoro. Un modo per riaccendere i riflettori su una zona un tempo fiorente, con 100 imprese e circa 1.500 lavoratori tra manifatturiero, metalmeccanico e logistica, oggi simbolo di degrado e abbandono.
“Non possiamo parlare di lavoro senza avere in mente un piano per salvare quest’area industriale da un declino inarrestabile" ha spiegato il segretario generale della Cgil Palermo Enzo Campo nella conferenza stampa di presentazione che si è tenuta mercoledì 5: "Sul manifatturiero a luglio abbiamo svolto un’indagine perché riteniamo che la ripresa economica della Città metropolitana debba assolutamente ripartire dal consolidamento dell'industria manifatturiera e da un suo rilancio. Non c'è sviluppo senza un'industria manifatturiera adeguata, dall'agroindustria alla meccanica, con spazio per le imprese tradizionali e per quelle innovative".
Il rilancio del manifatturiero, ha continuato Campo, si sposa benissimo "col progetto del governo nazionale dell'industria 4.0, che passa dalle nuove tecnologie digitali. Per questo si avverte l'esigenza di programmare una nuova reindustrializzazione che punti a rafforzare quel poco che è rimasto e, allo stesso tempo, a rilanciare, con un piano organico, quei settori produttivi innovativi che creano innovazione, sviluppo reale e nuova occupazione. Bisogna capire cosa bisogna produrre in queste aree: serve un’alleanza tra i vari soggetti, sindacati, imprenditori, istituzioni, mondo della ricerca. E alla Regione chiediamo di dare i capannoni in comodato d’uso alle imprese che hanno idee innovative”.
L’iniziativa, che fa parte degli eventi dell’Anno giubilare della misericordia indetto da Papa Francesco, è organizzata dall’Ufficio della Pastorale sociale del lavoro dell'Arcidiocesi di Monreale e ha il supporto dei tre sindacati confederali, del Movimento cristiano lavoratori, di Confindustria e Confcommercio Palermo e del Coordinamento imprenditori dell’area di Carini (Ciac). La giornata vuole essere un momento liturgico di incontro e riflessione, oltre che lo spunto per accendere i riflettori sui problemi che affliggono l’area: la crisi dell’occupazione, il generale abbandono dell’area, le minacce del racket e la mancanza di un vero e proprio piano industriale per il rilancio di questo polo. “Carini è il territorio industriale più grande della Diocesi ed è anche un territorio di periferia, che da sempre la Chiesa di Papa Francesco ha a cuore" ha illustrato don Angelo Inzerillo, direttore dell’Ufficio della Pastorale sociale del lavoro dell'Arcidiocesi di Monreale e parroco della chiesa di San Giuseppe alla Stazione di Carini: "Da qui la scelta di organizzare il Giubileo del mondo del lavoro proprio nell’area industriale di Carini: per poter dare voce a un territorio maltrattato e dimenticato”.
Si comincerà alle ore 16, al Centro direzionale di Carini, con il passaggio attraverso la Porta Santa. Alle 16.30 è prevista la celebrazione presieduta da monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale. “È carico di significato il Giubileo del mondo del lavoro" ha aggiunto il presidente di Confindustria Palermo Alessandro Albanese: "Qui non ci sono parti sociali contrapposte, qui ci sono le forze economiche insieme in un momento importante di preghiera per tutti i lavoratori, una preghiera per il nostro territorio e per il suo sviluppo sano”. A chiedere attenzione verso il mondo del lavoro e dell’impresa è anche Giuseppe Todaro, presidente della Piccola industria di Confindustria Palermo.
Un grido d’allarme lo lancia Giuseppe Russello, amministratore della Omer, azienda che opera all’interno dell’area industriale di Carini nel settore degli arredi interni e della componentistica per mezzi di trasporto ferroviario. "Negli ultimi anni abbandonate dalla politica, le aree industriali siciliane, e quella di Carini in particolare, assomigliano più a dei cimiteri che ad aree destinate a creare occupazione e sviluppo" ha dichiarato: "Sono discariche a cielo aperto, luoghi di estremo pericolo dove manca anche la luce. I potenziali investitori da queste aree scappano a gambe levate nonostante i milioni di euro spesi negli anni per la loro creazione e gestione, e nonostante le risorse ancora oggi assorbite dai dipendenti dell'ente che dovrebbe amministrarle. Il mancato completamento della riforma delle Asi, con la creazione dell’Irsap, ha lasciato le zone industriali siciliane definitivamente nel caos e le aziende da sole a fronteggiare problematiche insormontabili legate alla vivibilità e alla sicurezza”.