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“Giù le mani dalla sanità”, questo lo slogan della campagna della Cgil Basilicata che inizia oggi (mercoledì 24 gennaio) in tutto il territorio lucano. L'iniziativa nasce per informare su quanto previsto dal riordino del sistema sanitario della Regione, evidenziandone i punti di criticità e le rispettive proposte della Cgil. "Sulla sanità si stanno materializzando tutte le distorsioni di questo governo regionale" spiega la struttura regionale: "A partire da un riordino fittizio, solo finalizzato a tenere in piedi un equilibrio contabile, e privo di una visione programmatica in risposta ai bisogni di salute dei territori, per finire con la precarizzazione del lavoro, suggellata dal recente bando regionale con il quale si sceglie di introdurre il lavoro interinale nella cura della salute. Una brutta pagina per la sanità lucana, piegata nelle maglie di una lottizzazione senza scrupoli".
Il programma della campagna prevede una serie di volantinaggi e di assemblee nei luoghi di lavoro. Si comincia oggi a Melfi (appuntamento alle ore 17 a Palazzo Donandoni), per proseguire giovedì 25 gennaio a Villa d'Agri (alle 17 presso il Centro sociale), venerdì 26 gennaio a Lagonegro (alle 17 all'Auser) e venerdì 2 febbraio a Senise. Impegnata nell'opera di informazione è anche la categoria della Funzione pubblica: assemblee oggi all'Ospedale di Melfi (alle ore 12) e giovedì 25 all’ospedale di Villa d’Agri (sempre alle 12).
“Riformare la sanità partendo dai bisogni dei cittadini, dall’abbattimento delle liste d’attesa e dalla qualità dei servizi. Questo avremmo voluto dal piano di riordino del sistema sanitario regionale" afferma Angelo Summa, segretario generale della Cgil Basilicata: "Invece stiamo assistendo alla precarizzazione del diritto alla salute e alla precarizzazione del lavoro. Per la prima volta nella nostra regione si aprono le porte al lavoro interinale: un lavoro a chiamata, clientelare, che non solo porterà a una totale svalorizzazione delle professioni sanitarie, ma che avrà come conseguenza un abbassamento della qualità dei livelli di assistenza".
La mercificazione del lavoro e la fine dei concorsi pubblici condurranno anche alla scomparsa del merito e della speranza di un lavoro stabile e dignitoso per le nuove generazioni. "Un lavoratore precario - continua Summa - che non ha sicurezza del futuro e che viene assunto per chiamata diretta, con criteri molto discutibili, e non perché selezionato per il proprio valore, non potrà mai offrire il meglio della propria professionalità, tantomeno sarà incentivato a investire nella propria formazione, considerata anche la temporaneità del rapporto di lavoro”.
Per il segretario generale della Cgil Basilicata tutto ciò implica anche una “precarizzazione dei livelli di assistenza, in quanto questa riforma non affronta una riorganizzazione vera, basata sul bisogno di salute dei cittadini, ma sul bisogno ragionieristico di far quadrare i conti con artifici giuridico-contabili". Il riordino del sistema sanitario regionale, spiega Summa, si basa unicamente "su accorpamenti di presidi ospedalieri che, unificando i bilanci, mascherano i disavanzi. Non si è intervenuti sull’offerta di servizi, diversificandola e qualificandola, bensì si è messo mano alla sanità lucana semplicemente modificando la titolarità giuridica dei presidi ospedalieri territoriali e distrettuali".
Un esempio su tutti: l’aggregazione al San Carlo di Potenza, unico Dea (dipartimento emergenza-urgenza) di secondo livello, dei presidi territoriali di Lagonegro, Melfi e Villa D’Agri. "Lì si è determinata l’attribuzione all’unica Azienda ospedaliera regionale di compiti impropri, sottraendo energie, in termini di personale e fondi, all’implementazione dei servizi di alta specialità, propri della sua mission" conclude Summa: "Dopo avere per anni vantato il merito di essere l’unica regione del Mezzogiorno a non aver mai subito un commissariamento, si attua un riordino del sistema sanitario regionale che risponde unicamente all’intento di aggirare norme che impongono piani di rientro ai presidi ospedalieri fuori parametro”.