Il 16 novembre prenderà il via la mobilitazione nazionale dei 150mila lavoratori del settore del gioco legale. #VogliamoUnGiocoPulito l’hashtag della protesta indetta congiuntamente dalle federazioni nazionali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs contro la stretta normativa introdotta dagli Enti Locali e dal Governo. La mobilitazione nazionale segue le manifestazioni regionali promosse in Piemonte e in Puglia nelle scorse settimane.
Sotto i riflettori dei sindacati i provvedimenti legislativi adottati da alcune amministrazioni regionali e comunali, come il distanziometro e la riduzione degli orari di apertura, e le nuove misure introdotte con la recente manovra finanziaria, che, stigmatizzano le tre sigle, "rischiano solo di produrre nuove elusioni" e che "stanno già avendo effetti negativi sull’occupazione nella filiera del gioco legale in assenza di un confronto con le parti sociali".
Nelle scorse settimane Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno sollecitato il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio ad attivare un tavolo istituzionale sulla crisi del settore "finalizzato ad analizzare e misurare gli effetti dei provvedimenti sul gioco legale e ad individuare soluzioni volte alla salvaguardia occupazionale e alla tutela dei lavoratori", si legge nella missiva congiunta. Le tre sigle, prosegue la nota, "condividono la necessità di intervenire sul settore per rendere compatibili le occasioni di gioco con la sostenibilità sociale, contrastare gli abusi e combattere l’illegalità e le attività illecite, a volte controllate dalla criminalità, guardando con preoccupazione il diffondersi di fenomeni difficilmente controllabili come il gioco on line".
Per Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs inoltre "mancano risposte concrete alle forme di dipendenza al gioco, in quanto le strutture sanitarie sono ancora largamente impreparate ad affrontare il fenomeno che, con la sola soppressione dei luoghi di gioco legale, oltre a creare seri problemi di tenuta occupazionale, rischia di essere consegnato completamente a dinamiche illegali». Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs stigmatizzano infine l’assenza di un intervento da parte della Conferenza Unificata «utile a rendere omogeneo il quadro normativo".