(Adnkronos) - Il naufragio della Costa Concordia "era prevedibile e Greenpeace non è stata certo l'unica a lanciare un allarme sull'affollamento delle rotte marittime in un'area teoricamente protetta come quella del Santuario dei Cetacei, che comprende il mare a nord della Sardegna e tutt'intorno alla Corsica fino alle coste di Toscana e Liguria fino quasi a Tolone, in Francia". Così Greenpeace interviene ricordando l'incidente all'Isola del Giglio, un anno dopo.

'Il Santuario doveva essere l'occasione, purtroppo mancata, per garantire regole e innovazione anche per i trasporti marittimi - commenta Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace Italia - C'è stato bisogno invece di questo disastro per avere le prime regole sui trasporti marittimi nel Santuario: il famoso decreto 'anti inchini' che tra l'altro prescrive norme per evitare la dispersione in mare di carichi pericolosi'.

Secondo Greenpeace, il decreto è servito a ben poco: il primo giugno 2012 un cargo turco, la Mersa2, si è arenato di fronte all'Isola d'Elba. A dicembre 2012, poi, un traghetto della Grimaldi ha perso al largo di Palermo (dopo aver attraversato il Santuario dei Cetacei), una decina di tir e semirimorchi.