“Abbiamo visto altre volte il concentrarsi di tensioni attorno a date e luoghi, Genova docet. Ma quando si comincia a immaginare che la polizia sia il nemico, e quando la piazza o la valle diventa il luogo di scontro tra i due schieramenti il rischio è che le cose sfuggano di mano e si perda di vista perfino l'obiettivo della protesta”. Intervistato dal Manifesto, Claudio Giardullo, segretario generale del Silp Cgil, affronta il delicato tema dell’ordine pubblico in tempi di crisi. Lo spunto ovviamente è la vicenda No tav, con il grave incidente a Luca Abba nella valle e le dure proteste in molte città. “Il punto è – sottolinea il segretario del sindacato di polizia – che le forze di polizia hanno un compito difficilissimo: devono garantire contemporaneamente che ci sia lo svolgimento dei lavori decisi dal governo italiano, delle manifestazioni del dissenso, e il tutto nel rispetto della legge. Sono tre cose che, se si continua così, credo diventino molto difficili da realizzare tutte insieme”.
“La Tav e la Valsusa – spiega Giardullo – sono diventate un simbolo dietro al quale ci possono essere obiettivi e modi eterogenei: abbiamo visto in quel movimento manifestazioni assolutamente pacifiche, e casi di vera e propria guerriglia”. E ancora: “La gestione della sicurezza e dell'ordine pubblico non è mai solo tecnica, ma soprattutto politica. Credo che sulla Tav il paese tutto si stia giocando la sua credibilità democratica: non solo la polizia e il governo ma anche chi manifesta. E il discrimine è violenza sì, violenza no”.
Giardullo, sulla Tav tutto il paese si gioca la credibilità
29 febbraio 2012 • 00:00